Il mercato del fitness nell'Europa dell'Est

Il mercato del fitness nell'Europa dell'Est big
Club giovani e una forte crescita della pratica sportiva: Bulgaria, Moldavia e Romania sono paesi dal grande potenziale

Un’indagine condotta dall’IHRSA e dalla fiera Wellfit Expo ha fatto luce su una regione europea fra le più interessanti per il nostro settore.

Per note ragioni storiche e politiche, l’Europa sudorientale ha avuto accesso all’economia di mercato soltanto negli ultimi vent’anni. Rispetto a paesi come Italia, Germania e Regno Unito, quindi, anche il settore del fitness/wellness si è sviluppato con un certo ritardo. Adottando, almeno al principio, un modello di business molto vicino a quello delle tradizionali palestre per body builder degli anni Settanta e Ottanta.

Oggi la situazione in quella regione è profondamente cambiata: con una transizione al libero mercato che si è ormai conclusa, si sono potuti affermare nuovi modelli imprenditoriali. E nello scorso decennio si sono create le condizioni affinché un approccio al fitness molto più “soft” potesse ritagliarsi il proprio spazio.
Per valutare le caratteristiche e le potenzialità di quest’area geografica l’IHRSA, in collaborazione con Wellfit Expo, ha condotto un’indagine di mercato che ha offerto risultati molto interessanti.

La ricerca si basa sui dati ottenuti da un insieme complessivo di 280 interviste: 140 effettuate in Romania, 110 in Bulgaria e 30 in Moldavia. Benché si sia deciso di dar voce soprattutto ai fitness/wellness club (210 fra manager e proprietari), nel campione indagato si sono inclusi, per maggior completezza di informazione, anche 65 aziende fornitrici di attrezzature e 5 esperti del settore. Le interviste sono state realizzate tra il febbraio e il marzo dello scorso anno.

Crescita a due cifre per la Romania

La Romania, che con più di 20 milioni di abitanti è il paese più popoloso fra quelli considerati, conta più di 600 club e di 150 centri spa. Nel biennio 2009-10 (a ridosso, non lo si dimentichi, della crisi finanziaria del 2008) il tasso di crescita del fatturato di questo settore è stato impressionante, nell’ordine del 21%, mentre le stime sul biennio in corso prevedono un ulteriore sviluppo del 10-12%.

Questi dati mostrano quanto il mercato rumeno del fitness sia giovane e dinamico: il settore gode del resto di un’ottima immagine e – fitness a parte – si sta assistendo a una forte diffusione della pratica sportiva, anche a livello agonistico. Il target di riferimento dei club è oggi rappresentato da giovani e professionisti di età compresa fra i 20 e i 50 anni, con un livello di reddito medio-alto e un certo interesse per la pratica sportiva.
Non bisogna infine dimenticare che in Romania ci sono anche più di 600 centri medici fisioterapici, circa 350 hotel dotati di attrezzature per il fitness e 300 studi di “body reshaping”.

Un mercato giovane e dinamico

In tutti e tre i paesi considerati il fitness è molto giovane: basti pensare che il 60% dei club è stato fondato tra il 2007 e il 2010. Ed è interessante notare che mentre i centri più recenti (e numerosi) si rivolgono soprattutto a un target di mercato medio-alto e sono orientati al fitness/wellness, quelli di più lungo corso (che esistono da almeno sette anni) si focalizzano sul body building e su un target di clientela più basso. Non a caso, sono proprio questi club – molto simili alle vecchie palestre nostrane – a impiegare, in molti casi, attrezzature cardio di seconda mano.

Nella maggior parte dei casi i centri fitness sono di piccole dimensioni: in Romania e Moldavia, i club con una superficie complessiva compresa fra i 100 e i 500 mq sono il 60% del totale (70% in Bulgaria), mentre quelli sopra i 1.000 mq rappresentano il 26% (solo il 9% in Bulgaria). Si tratta di un dato da non trascurare, che meglio spiega la ragione per la quale, come vedremo più avanti, sono così tanti gli operatori che progettano di ampliare le dimensioni dei propri centri. Un’altra peculiarità di questi mercati è rappresentata dal fatto che gli iscritti ai club sono, in netta maggioranza, di sesso maschile. La differenza è forte in Romania (70% contro 30% negli abbonamenti annuali), ma è ancora più marcata in Bulgaria (78% contro 22%).

I servizi offerti

Per quanto riguarda la tipologia di servizi offerti, le attività in assoluto più gettonate sono il fitness (87%), l’aerobica (71%) e il body building (32%). Sauna, massaggi e servizi di bellezza oscillano fra il 16% e il 22%, mentre ancora molto scarsa è la presenza delle piscine (5%). Alla domanda sul tipo di servizi/attrezzature che sarebbero interessati ad aggiungere alla propria offerta, più del 50% dei club interpellati ha indicato le attività cardiofitness – cyclette e treadmill in particolare.

Minore è invece l’interesse sia per le attrezzature isotoniche – “votate” dal 25% dei rispondenti in Romania e Moldavia e in misura più bassa (12%) in Bulgaria – sia per l’aerobica, che nelle stesse due aree considerate è stata indicata rispettivamente dal 18% e dal 7% degli intervistati. La domanda di attrezzature cardio è naturalmente più accentuata in quei centri che, avendo più di sette anni di vita, hanno fino a oggi dato più spazio al body building. La ricerca evidenzia anche come molti club stiano progettando di investire risorse in servizi legati ai trattamenti per il corpo, mentre lo spazio riservato a sauna e jacuzzi resta molto limitato.

Grande fiducia nelle potenzialità del settore

In una congiuntura difficile come quella che ha contraddistinto gli ultimi anni, è sorprendente constatare la fiducia che proprietari e gestori di club del Sud Est europeo nutrono nelle potenzialità del settore. Circa il 75% dei rispondenti prevede una forte crescita del mercato sia nel fatturato sia nel numero di frequentanti e, coerentemente con queste previsioni, ha intenzione di ampliare le dimensioni del proprio club. Meno entusiasti i centri presenti sul mercato da più di sette anni, i quali – forse anche per il fatto di essere legati più al body building che al fitness/wellness – non credono che il potenziale sia così elevato.

Scendendo più nel dettaglio, in Romania e in Moldavia il 69% degli intervistati afferma che gli affari vanno bene o molto bene, il 29% si dichiara mediamente soddisfatto e appena il 2% è scontento. I risultati sono ancora più positivi in Bulgaria, dove addirittura il 74% del campione ha parlato di risultati buoni o molto buoni a fronte di un 19% “così così” e di un 1% insoddisfatto. Per ciò che riguarda il futuro, a progettare spazi più ampi per il proprio centro sono il 51% in Romania e Moldavia e il 36% in Bulgaria, dove gli operatori sono peraltro molto più interessati ad ampliare i servizi offerti (38%) rispetto ai colleghi rumeni e moldavi (20%).

Richiesti infine di esprimere un parere generale sul potenziale della loro attività negli anni a venire, gestori e proprietari si sono espressi, a larga maggioranza, in termini entusiastici. In Romania e Moldavia, l’86% dei rispondenti vede un potenziale buono o molto buono (contro un 2% di “pessimisti”), mentre in Bulgaria a vedere un roseo futuro è addirittura il 98% degli operatori.

Nuove opportunità di investimento

Se proviamo a tirare le fila delle considerazioni sin qui formulate, non possiamo che giungere a una conclusione: il potenziale di crescita di mercati come la Romania, la Bulgaria e la Moldavia è notevole. Il settore del fitness/wellness è ancora molto giovane e dinamico, e ciò offre interessanti opportunità sia agli imprenditori che vogliono aprire nuovi club o ampliare quelli esistenti, sia alle aziende fornitrici di attrezzature (e di macchine cardiovascolari in particolare, come visto).

Sul fronte dei servizi offerti ci sono ampi margini di crescita: basti pensare a quanto poco diffuse siano ancora le piscine, e all’interesse che potrebbe essere generato dall’offerta di corsi e altre attività legate all’acqua. Senza dimenticare il potenziale inespresso del pubblico femminile.
Se la pessima congiuntura che stiamo attraversando non comprometterà troppo la fiducia (e le tasche) di imprenditori e clienti, le attuali premesse non potranno condurre che a ottimi risultati negli anni a venire.

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