Musica d'autore

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Diversi fitness club e centri sportivi sono stati recentemente multati per omessa regolarizzazione della posizione nei confronti della SIAE e delle società che curano e tutelano i diritti d'autore, riportando agli onori della cronaca una questione annosa e spesso oggetto di contenziosi. Per fare un po' di chiarezza, abbiamo intervistato il presidente della Società Consortile Fonografici Enzo Mazza


Come noto, la Guardia di Finanza e gli enti incaricati hanno recentemente effettuato numerosi controlli presso fitness club e centri sportivi per verificare il possesso delle licenze e delle autorizzazioni necessarie per la legittima diffusione di musica. Sono state rilevate diverse inadempienze e, di conseguenza, sollevate ammende salate per omessa regolarizzazione della posizione nei confronti della SIAE e delle società che curano e tutelano i diritti d’autore, tra le quali la maggiore è la Società Consortile Fonografici , sinteticamente SCF .

Poiché la questione relativa alla diffusione musicale all’interno dei club, e il conseguente versamento dei compensi destinati agli autori, continua a essere causa di discussioni e incomprensioni, abbiamo deciso di intervistare il presidente SCF Enzo Mazza (nella foto) per cercare di fare un po’ di chiarezza.

Presidente Mazza, qual è esattamente il ruolo e l’ambito di competenza di SCF per quanto riguarda la tutela dei diritti d’autore con specifico riferimento alla pubblica diffusione musicale?

SCF, così come tutte le società di collecting dei produttori discografici che operano in diversi Paesi, fornisce le licenze per l’utilizzazione di brani musicali registrati a qualsiasi tipo di clientela. SCF è un consorzio promosso dalle case discografiche che rappresenta, per l’appunto collettivamente, i diritti sulle registrazioni.  Si tratta sostanzialmente di un servizio fornito al mercato per poter ottenere, da parte degli utilizzatori, la possibilità di riprodurre decine di milioni di tracce senza dover acquisire tali diritti presso le singole etichette in un processo che risulterebbe alquanto complesso e costoso.

Qual è la linea di demarcazione con i diritti tutelati dalla SIAE? Potrebbe fare chiarezza a tale proposito? Esistono altre realtà che tutelano i diritti musicali?

Semplificando, su un cd musicale esistono quattro diversi diritti esclusivi. I diritti degli autori e degli editori, che sono generalmente rappresentati da SIAE e i diritti del produttore discografico e degli artisti interpreti che sono generalmente rappresentati da SCF. Ottenendo le due licenze, SIAE ed SCF, si copre di fatto il 99 % del mercato. SCF rappresenta inoltre, con specifici accordi, anche altre collecting minori e internazionali.

Recentemente la Guardia di Finanza e gli enti incaricati hanno effettuato numerosi controlli nei centri fitness, rilevando diverse irregolarità e sollevando ammende anche pesanti. Qual è, dal vostro osservatorio, la situazione nel settore dei fitness club e centri fitness?

In generale, abbiamo la sensazione che esista un’ampia area di evasione dei diritti connessi. La musica nei centri fitness è un elemento centrale e siamo un po’ sorpresi nell’apprendere che i controlli della Guardia di Finanza abbiano evidenziato una così ampia irregolarità. In Paesi come Francia e Regno Unito, tanto per fare due esempi, le licenze per i centri fitness sono molto più significative come valore. In Italia colpisce quanto sia diffuso l’uso della musica in palestra, fondamentale per l’esecuzione degli esercizi, ma quanto sia basso il numero di licenze rilasciate.

Che cosa dovrebbe fare un gestore di club, nel quale inevitabilmente avviene la diffusione musicale, per regolarizzare la propria posizione, non rischiare ammende salate e, se possibile, contenere questa voce di spesa?

Premesso che, come detto, la musica nel fitness è un elemento centrale e quindi ritengo che non debba essere considerata solo un costo da evitare, bensì un investimento per poter offrire al cliente un contesto piacevole e attrattivo, la cosa migliore da fare è dotarsi di una licenza che copra il più ampio repertorio al fine di disporre di una vasta offerta musicale per coprire tutte le più diverse necessità, sia di semplice intrattenimento, sia di sonorizzazione delle attività fitness specifiche e degli allenamenti. Nel caso di radio in-store , brand radio , o qualsiasi tipo di radio personalizzate fornite da aziende specializzate nella creazione di palinsesti musicali dedicati, è fondamentale che il gestore del centro si accerti che questi siano a loro volta in regola con le licenze SIAE ed SCF.

SCF rilascia una licenza che dà diritto a diffondere i brani degli autori tutelati. Può spiegarci come “funziona” questa licenza, che cosa bisogna fare per ottenerla e a quali costi?

La licenza consente di regolarizzare sia la musica utilizzata come sottofondo (per esempio nelle aree comuni, negli spogliatoi, nelle aree relax) sia quella che è parte integrante dei corsi quali, solo per fare qualche esempio, aerobica, ballo e indoor cycling. Per la musica di sottofondo il costo della licenza è legato alle dimensioni del centro, mentre per quella utilizzata nei corsi la licenza consente di optare per un pagamento forfettario, oppure basato sul numero di corsi a calendario.

Prendiamo ad esempio un centro fitness di medie dimensioni che usi musica di sottofondo e offra ai propri clienti una decina di corsi: l’investimento totale richiesto per la licenza sarebbe di circa 500 euro. Per ottenerla è sufficiente contattare SCF: un incaricato provvederà ad assistere il cliente per la compilazione e a suggerirgli i criteri di scelta più adatti per il proprio business.

Tutti i mezzi con i quali viene diffusa musica all’interno delle diverse aree del club implicano il pagamento dei diritti d’autore? C’è differenza tra musica registrata o trasmessa in diretta, ad esempio dalla televisione o da una radio?

Certamente non vi è differenza tra il fatto che si utilizzi musica registrata o una radio che trasmetta musica. La licenza SCF offre comunque una copertura completa per le varie utilizzazioni. Ovviamente va sempre ottenuta anche la licenza SIAE, come noto.

Qualcosa da aggiungere?

Diversi studi scientifici dimostrano l’importanza della corretta relazione tra esercizio fisico e musica che rende più piacevole ed efficace l’allenamento, anche una semplice mezz’ora di corsa, ed è determinante per il rilassamento nelle aree benessere. Fatte queste considerazioni, si può facilmente intuire come l’uso legale della musica sia da considerarsi un asset nell’impresa e non un semplice contorno da sottovalutare.

SCF in sintesi

La Società Consortile Fonografici, sinteticamente SCF, è il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi spettanti ad artisti e produttori discografici per l’utilizzo, in pubblico, di musica registrata, conformemente alle direttive dell’Unione Europea e alla legge sul diritto d’autore. Costituito nel 2000, con decisione favorevole dell’Antitrust, il consorzio SCF, composto da case discografiche major e indipendenti, tutela i diritti discografici di oltre 300 imprese che rappresentano gran parte del repertorio discografico nazionale e internazionale pubblicato in Italia, per l’esattezza circa il 94 per cento del mercato, riunendo più di 350 produttori discografici, gestendo i diritti connessi a oltre 20 milioni di brani di migliaia di etichette discografiche.

Essendo presente nell’elenco delle imprese che svolgono attività d’intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore – pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri – è in possesso dei requisiti minimi per operare come ente di gestione collettiva dei diritti connessi. Rilasciando un’unica licenza, SCF consente agli utilizzatori di diffondere in pubblico il repertorio musicale di tutte le case discografiche che rappresenta, nel rispetto di quanto stabilito per legge. La sua attività consiste nella raccolta e nella ripartizione del compenso per il diritto di copia privata per quanto concerne trasmissioni radiofoniche e televisive, trasmissioni via satellite, attività che utilizzano musica a scopo di lucro (come i centri fitness e le discoteche, solo per fare due esempi), attività per le quali la musica costituisce un elemento di valore aggiunto al business, come ad esempio gli esercizi pubblici che diffondono musica di sottofondo.

SCF gestisce anche i diritti legati alle nuove forme di utilizzo di musica attraverso internet e le nuove tecnologie, nello specifico simulcasting, webcasting, downloading e mobile casting.

SCF provvede inoltre alla raccolta e alla ripartizione del compenso per il diritto di copia privata, raccolto in via esclusiva da SIAE e da questa distribuito alle categorie dei beneficiari (produttori discografici e artisti) attraverso le organizzazioni che li rappresentano (SCF, AFI e Audiocoop). Chi non aderisce a nessuna di queste organizzazioni può rivolgersi alla Commissione per la gestione dei diritti di copia privata.

www.scfitalia.it

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