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Molte persone definiscono ‘di successo’ un allenamento solo quando entrano in doccia adeguatamente sudate. Il che non rappresenta necessariamente un preconcetto. Tuttavia, in una società iper-esposta al cambiamento, ecco che arriva una nuova espressione del fitness che si basa sul principio diametralmente opposto. In due parole: Cold Yoga. Che, come il nome lascia intuire, è una forma di yoga che viene praticata al freddo.
Disciplina nata migliaia d’anni fa in India, lo yoga è da tanto tempo un must anche in Occidente: noto per i suoi molti benefici, tra i quali, ad esempio, il rafforzamento muscolare, gli effetti sulla concentrazione e la sua capacità di aiutare il corpo a liberarsi della tensione determinata dallo stress, oggi è tra le attività più praticate, anche per via della sua accessibilità. Il Cold Yoga alza l'asticella per quanto concerne la difficoltà: a differenza dello yoga tradizionale, viene praticato a una temperatura compresa tra i 7 e i 15 gradi. In queste condizioni, il corpo si trova in una situazione definita di ‘mild cold stress’, ovvero di tensione generata da un freddo non intenso, stimolando il metabolismo per mantenere la propria temperatura interna, bruciando perciò più calorie.
In un'intervista rilasciata a Impactocryo.com, Kristin Stanford, del Ohio State University Wexner Medical Center, ha chiarito che «un freddo controllato, e moderato, contribuisce attivamente a ottimizzare lo sforzo: se da un lato l'organismo deve lavorare di più solo per mantenere la giusta temperatura, il freddo, a differenza del caldo, ci rende più attivi, a differenza del caldo che tende a rallentare i movimenti, inducendoci a muoverci con maggiore vigore».
Stanford ha inoltre sottolineato che il freddo incrementa il rilascio di endorfine, un beneficio che va ad aggiungersi al consumo calorico determinato dall’attività fisica e ai benefici di una disciplina che genera benessere mentale e fisico.
