Il fitness è functional!

Bootcamp outdoor
Autore: 
Redazione
Lunedì, Settembre 19, 2016
Da diversi anni, il functional training si è ritagliato un ruolo da protagonista del settore fitness. Un fenomeno che ha rinnovato significativamente la concezione dell’esercizio fisico proposta dai club, stimolato la nascita di nuovi attrezzi, valorizzato il ruolo del trainer e creato nuovi consumatori

Il fenomeno allenamento funzionale gioca da alcuni anni a questa parte un ruolo da protagonista nel settore fitness. I club di tutto il mondo cavalcano, in modi e gradi diversi, questo approccio all’esercizio fisico che ha segnato un ritorno all’origine del movimento che, interpretato in un ampio ventaglio di modalità, è in grado di adattarsi a ogni esigenza, assicurando efficacia e versatilità.

Il functional training ha, inevitabilmente, influenzato i produttori di attrezzature che hanno incominciato a proporre diverse soluzioni per questa concezione del fitness. Si pensi, ad esempio, alla recente comparsa di attrezzi non motorizzati impiegabile per svolgere allenamenti finalizzati allo sviluppo di potenza, velocità, resistenza e agilità, che, di fatto, hanno creato una nuova tipologia di prodotto, ideali anche per la preparazione atletica atleti di alto profilo che inseguono la prestazione.

Il fenomeno funzionale ha inoltre modificata il lay-out e il design dei club, aspetti che, al di là della loro ovvia implicazione “operativa”, giocano un ruolo importante anche in termini di attrazione di nuove fasce di utenza e di motivazione e soddisfazione dei clienti già acquisiti.

Alberto Saglimbene, co-proprietario del First Fitness Squash Club di Catania, ricorda che il fenomeno “funzionale” è stato innescato dal CrossFit nel 2004-2005 per poi esplodere intorno al 2009 e che oggi tutte le attività di gruppo hanno un risvolto funzionale. «È un ritorno all’attività fisica “vera” – puntualizza l’imprenditore catanese –, sotto certi aspetti addirittura paragonabile a quella degli scaricatori di porto degli anni Venti e Trenta che tutti abbiamo visto in tanti film americani. Nel nostro club proponiamo allenamenti funzionali caratterizzati da grande varietà e diversi livelli d’intensità e difficoltà che spieghiamo bene ai nostri clienti che, a loro volta, apprezzano molto queste attività, in special modo le donne. Il funzionale, infatti, non conquista solo giovani maschi forti, bensì tutti, donne in primis che amano questo lavoro più pesante e più coinvolgente, che dà risultati più completi in tempi più ridotti, che consente a chiunque di percepire i propri progressi. In poche settimane ci si rende conto di essere in grado di svolgere non più, ad esempio, 10 piegamenti sulle braccia, bensì 15, non più 3 trazioni alla sbarra, bensì 6 e così via».

Saglimbeni sottolinea che l’avvento del functional training ha cambiato significativamente il nostro settore, dunque il prodotto offerto dai club, comprese le attività di gruppo: «I corsi tradizionali di step e aerobica, per citare due “classici”, si sono evoluti introducendo esercizi funzionali, l’allenamento in sospensione si è definitivamente affermato e corsi della durata di 45 minuti sono ormai la norma nella maggioranza dei club. Negli Stati Uniti – aggiunge allargando il campo di osservazione – si stanno affermando boutique club dedicati al bootcamp che propongono attività funzionali ad alta intensità e svolte a circuito da utenti di ogni tipo. Si tratta di un allenamento ad alta intensità, eseguito senza soste e di durata molto breve. Una tendenza che incomincia a diffondersi anche in Italia».

Ritornando al suo club, Saglimbene fa sapere che alcune attività funzionali non sono comprese nell’abbonamento base, bensì proposte come extra, a un prezzo accessibile, poiché richiedono maggior impegno da parte degli istruttori che, necessariamente, devono essere più qualificati. «Molti istruttori certificati CrossFit si propongono ai club per tenere corsi e sessioni di personal training individuale e di gruppo incentrati sull’allenamento funzionale. Il CrossFit prepara molto bene i suoi istruttori, mettendoli nelle condizioni di proporre allenamenti efficaci e sicuri. Ottenere la certificazione CrossFit, infatti, non è affatto facile».

Sottolinea inoltre che le persone sono disposte a pagare di più per avere di più, per svolgere attività più varie, più coinvolgenti, più efficaci, finalizzate a obiettivi non solo estetici, bensì “funzionali”, dunque per avere più fiato, più resistenza, più forza, più agilità e maggiore mobilità articolare. «Il funzionale – aggiunge – ha letteralmente rivoluzionato le palestre. Non vediamo più persone trascorrere un’intera ora ad allenarsi intensamente con un tapis roulant o con gli attrezzi isotonici. Gli strumenti tradizionali vengono oggi usati in modo diverso, ovvero abbinati a esercizi a corpo libero o ad altri strumenti più semplici come corde, copertoni, pesi liberi, kettlebell, scale, palle e via dicendo. E le cosiddette “gabbie” sono ormai la normalità in qualsiasi palestra».

A tale proposito, ricorda che il layout del suo club è cambiato, con l’introduzione in sala cardio-isotonica di una scala e di una grossa fune, così come di anelli e sbarre, bike e vogatori che consentono ai soci di svolgere allenamenti funzionali a circuito che prevedono un utilizzo misto delle attrezzature. «La nostra palestra – conclude Saglimbene – viene oggi utilizzata in modo diverso rispetto al passato, in modo meno statico. L’isolamento muscolare è ormai solo un ricordo, tutti svolgono esercizi funzionali, nessuno escluso. E tutti si motivano con i progressi che compiono più velocemente, riscontrando un miglioramento della propria condizione complessiva, sia fisica sia mentale. Si è insomma affermato un modo nuovo di stare in forma: più stimolante, più vario, più sfidante, più “funzionale”».

 

Questo brano è un piccolo estratto della seconda parte dell’inchiesta dedicata al functional training pubblicata nei numeri 151 e 152 della rivista Il Nuovo Club

 

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