Cristiano Ronaldo, noto anche per il suo stile di vita incentrato sull’efficienza fi
Negli ultimi anni si è cercato di scoprire se il livello di attività fisica fornisca effettivamente informazioni utili alla diagnosi del disturbo bipolare, per giungere a una diagnosi precoce. È noto, infatti, che sia il disturbo bipolare che la sindrome depressiva manifestano sintomi molto simili e distinguibili solo nello stadio più avanzato della malattia. Un recente studio ha tentato di far luce sulla possibile correlazione tra i livelli di attività motoria infragiornaliera degli individui affetti da tali patologie (rilevandone le differenze), con un obiettivo ben preciso: disporre di uno strumento in più per riuscire a distinguere le due patologie il più precocemente possibile.
I pazienti presi in esame dallo studio, ricoverati in una struttura ospedaliera in quanto affetti da sindrome depressiva o da disturbo bipolare, sono stati monitorati per un periodo di 3 settimane attraverso dispositivi indossabili, che hanno tracciato l’attività motoria e le relative variazioni infragiornaliere.
Le variazioni dell’attività giornaliera e infragiornaliera dei pazienti sono state messe in relazione alle diagnosi, scartando le variabili genere e abitudini (tutti i pazienti osservati erano ospedalizzati, quindi soggetti a una routine giornaliera ben precisa e, inoltre, generalmente chi è affetto da disturbi dell’umore tende a svolgere meno attività motoria).
Lo studio ha rivelato che i modelli di attività infragiornaliera dei pazienti affetti da disturbo bipolare sono diversi da quelli dei soggetti affetti da sindrome depressiva, indicando che alcune attività riflettono le differenze delle due patologie e che i soggetti affetti da disturbo bipolare concentrano i momenti di maggiore attività di sera, tra le 19 e le 22, e di minore attività durante il giorno, tra le 13 e le 15. Chi invece soffre di sindrome depressiva ha un andamento meno altalenante, che vede il picco di ipoattività al mattino.
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