L’attività fisica protegge i muscoli dall’atrofia da cancro

Sportivi che corrono
Autore: 
Redazione
Giovedì, Dicembre 19, 2019
Una proteina, musclin, agisce attraverso l’attività aerobica alla rigenerazione muscolare: uno studio che dà una speranza ai pazienti oncologici.

Uno studio coordinato dai ricercatori dell’Unità di Disfunzioni Neuromuscolari dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS con il supporto di AIRC e Fondazione Cariplo, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Cancers, ha individuato una proteina, chiamata proteina musclin, che si rigenera con l’attività aerobica, proteggendo i muscoli dei pazienti oncologici dalla cachessia, ovvero l’atrofia da cancro dei muscoli, in alcuni casi letale.

In caso di tumore – spiega Rosanna Piccirillo, capo dell’Unità di Disfunzioni Neuromuscolari ed esperta di cachessia tumorale – l’esercizio fisico aerobico comporta una ridotta perdita della massa muscolare con un recupero della presenza della proteina musclin nel muscolo e nel plasma, indicando come musclin sia un fattore importante nella protezione della cachessia tramite esercizio fisico. In caso di mancanza della proteina musclin, è evidente una maggiore perdita muscolare a seguito di crescita tumorale”.

La nostra ricerca – aggiunge Andrea David Re Cecconi, primo autore dello studio – è partita dall’ipotesi che l'esercizio aerobico potesse contrastare la cachessia tramite la secrezione di sostanze chiamate miochine da parte dei muscoli. Interessante notare che la proteina musclin non viene generata nel muscolo a seguito di esercizio fisico anaerobico (come il sollevamento pesi) ma solo aerobico”.

Negli ultimi anni, infatti, è stata dimostrata la capacità da parte del muscolo scheletrico di secernere miochine che agiscono a breve e lunga distanza sul muscolo stesso o su altri tessuti, con un impatto sul metabolismo generale del corpo, e alcune di esse sembrano indotte da specifici esercizi aerobici, come la corsa, andando quindi a preservare i muscoli dall’atrofia da cancro.

Rosanna Piccirillo conclude: “Questa evidenza apre nuovi orizzonti per una nuova, possibile terapia per contrastare la cachessia e allungare la vita dei pazienti oncologici. Tramite infusione, infatti, musclin potrebbe risultare benefico per i malati di cancro che non possono praticare esercizio fisico aerobico”.

Una svolta, dunque, che potrebbe allungare la vita ai malati di cancro con una terapia specificatamente volta alla rigenerazione della proteina e alla lotta alla cachessia, che colpisce circa l’85% dei pazienti ed è letale per il 25% di essi. Ora si cerca di capire se oltre a musclin anche altre miochine possono avere un ruolo sull’atrofia muscolare indotta dal tumore.

 

Per saperne di più, qui lo studio completo

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