Serendip, il club che ti sorprende

Esterno Serendip
Autore: 
Redazione
Lunedì, Luglio 3, 2017
Premiato con Club Award 2017 nella categoria speciale, in dieci anni di attività il centro fitness pratese ha rivoluzionato l’interpretazione dell’esercizio fisico e il concetto di palestra fino a quel momento vigenti nella città toscana. Proponiamo un estratto dell'articolo dedicato a Seredndip pubblicato nell'ultimo numero della rivista Il Nuovo Club

Una chiara idea imprenditoriale, emersa nel 2006, si concretizza il 15 marzo 2008, giorno in cui, a Prato, apre i battenti Serendip, fitness club che rivoluziona l’interpretazione dell’esercizio fisico, e il concetto di palestra, fino a quel momento vigenti nella città toscana. Al civico 20 di via Giuseppe Valentini – corso che dà accesso al centro storico, distante alcune centinaia di metri, in cui hanno sede numerosi uffici ed esercizi commerciali – sorge qualcosa di nuovo e inaspettato. Qualcosa che, in breve tempo, diventa un punto di riferimento per migliaia di pratesi inclini a svolgere attività motoria in un luogo speciale, in cui le relazioni umane autentiche, la spensieratezza e la semplicità, nell’accezione più nobile del termine, si traducono nella possibilità di sentirsi profondamente bene, innanzitutto con se stessi.

Dietro a questa sorprendente realtà – che non a caso si è aggiudicata il Club Award 2017, nella categoria “Speciale” – ci sono cinque energici imprenditori: il club manager Rossano Raffaelli, ex nuotatore agonista, laureato in Economia e Commercio e con esperienza nel settore della finanza; sua moglie Serena Barni, responsabile dei corsi, laureata in Scienze Motorie; Leonardo Raffaelli, fratello di Rossano, imprenditore nel settore tessile; Enrico Somaruga, responsabile dell’accoglienza, con esperienza pluriennale nella vendita dei macchinari tessili; Alessandra Colzi, compagna di Enrico, istruttrice responsabile delle attività posturali e di quelle dei bambini, laureata in Scienze Motorie. Sono dunque due famiglie a gestire un club che, non a caso, fa dell’atmosfera “familiare” uno dei suoi maggiori punti di forza.

 

Sala isotonica Serendip

 

Trovare l’inaspettato… cercando altro

Per cogliere lo spirito vitale di Serendip, saliamo in macchina e andiamo a Prato. Ci aspetta il club manager Rossano Raffaelli (in cima a tutti nella foto in basso che immortala lo staff Serendip)  che, dopo il tour di rito, risponde pazientemente alle nostre domande, la prima delle quali, inevitabilmente, ha a che fare con il significato di un nome diventato in poco tempo un marchio riconosciuto e rispettato: «Sin dall’inizio, la nostra intenzione era creare qualcosa di diverso dalla classica palestra frequentata più che altro per i suoi attrezzi. Volevamo dar vita a un polo di aggregazione, un vero luogo di ritrovo e credo che ci siamo riusciti. Per esprimere la nostra idea di club, abbiamo scelto la parola araba Serendip (utilizzata per la prima volta in Occidente, a metà Settecento, dallo scrittore inglese Horace Walpole nel suo libro di favole I tre principi di Serendip, ndr) che significa “trovare qualcosa di inaspettato quando stai cercando altro”. Desideriamo che i nostri clienti frequentino il club anche e soprattutto per trovare qualcosa che vada al di là del fitness, ovvero per divertirsi, socializzare, stare meglio con se stessi».

Raffaelli prosegue nel suo racconto svelando che il club, inizialmente, non era nemmeno dotato di sala attrezzi. Proponeva esclusivamente attività di gruppo e acquatiche, da sempre uno dei maggiori punti di forza di Serendip, i cui proprietari, nessuno escluso, hanno per anni insegnato nuoto. «La nostra scuola nuoto rivolta ai bambini – puntualizza l’imprenditore toscano – è in brevissimo tempo diventata un punto di riferimento per Prato, annoverando tra i suoi frequentatori circa 700 bambini e altrettanti adulti. Siamo diventati una valida alternativa all’offerta comunale».

 

Piscina Serendip

 

La svolta del 2010

Dopo i primi due anni di attività, Raffaelli & Co si rendono conto che un’offerta circoscritta alle sole attività di gruppo e alla piscina non ha i crismi per attrarre i neofiti del fitness, in special modo i sedentari cronici, maggiormente esposti al timore di sentirsi inadeguati di fronte ad attività coreografate che implicano una certa dose di complessità. Grazie anche alle preziose indicazioni fornite da un esperto in materia come Edoardo Cognonato – con il quale iniziano a collaborare – decidono di aggiornare il proprio concept. Lo fanno buttando giù qualche muro per ridefinire gli spazi e introdurre la sala cardio-isotonica nella quale decidono di proporre un circuito brucia-grassi che, tuttora, funge da importante elemento di aggregazione, come spiega lo stesso Raffaelli: «È un modo semplice e coinvolgente di allenarsi con altre persone, in qualsiasi momento, senza il vincolo orario che caratterizza i corsi, ideale per stimolare il metabolismo, per abituarsi all’attività motoria».

Il 2010 coincide inoltre con l’introduzione dei corsi Les Mills che Raffaelli definisce “efficaci”, “divertenti” e, soprattutto, “facili” grazie a una ripetitività e prevedibilità dei movimenti che rassicura qualsiasi tipologia di utente, compresi i meno esperti e i neofiti. Quella che potrebbe essere definita la “svolta del 2010” in definitiva si concretizza con l’apertura di un nuovo corso anche per quanto concerne l’importanza conferita al divertimento e al coinvolgimento. «Abbiamo colorato le nostre pareti sulle quali abbiamo affisso messaggi motivanti, trasmessi anche dagli schermi dislocati in tutta la struttura. Abbiamo introdotto “pillole di addominali”, i brevissimi allenamenti mirati ed estemporanei, aperti a tutti. Per far sapere a tutti i presenti che la seduta sta per incominciare, utilizziamo un campanaccio, come il pastore che raduna il suo bestiame. Un modo, anche questo, per rendere più divertente e giocosa la palestra».

 

Sala corsi Serendip

 

I clienti al centro

Nel progetto Serendip, i clienti sono il centro gravitazionale intorno al quale ruota tutto il sistema. Il rapporto con loro è giocoso, la loro opinione e il loro livello di soddisfazione sono importanti e per questo vengono periodicamente rilevati per mezzo di sondaggi e tenuti in grande considerazione nel momento in cui vengono introdotte novità. Una clientela abituata al confronto diretto e costante con tutto lo staff, proprietari in primis, più incline ai rapporti umani che all’isolamento tecnologico: «I nostri iscritti – confessa Raffaelli – sono poco “tecnologici”, è raro vederli allenarsi in compagnia del proprio smartphone. Basti dire che a utilizzare la nostra app sono poche decine di persone».

Il rapporto giocoso con i soci vale anche e soprattutto con i bambini, che imparano a nuotare giocando. Serendip, come spiega il suo club manager, ha rivoluzionato anche il mondo del nuoto, sovvertendone le dinamiche didattiche classiche, distinguendosi profondamente dalla proposta più tradizionale delle piscine comunali.

 

Staff Serendip

 

Un club che guarda al futuro

Frequentato da 3.000 soci – 2.200 dei quali sono adulti (70 per cento donne), 700 bambini della scuola nuoto e 100 impegnati nella danza e nel judo – il club toscano, grazie a un’ubicazione strategicamente “perfetta”, ogni anno registra qualcosa come 1.000 tour spontanei. Raffaelli, che non ama concentrare l’attenzione sul prezzo preferendo concentrarsi sul valore, non esita a farci sapere che, dopo Virgin, sono i più cari in città. L’annuale costa 615 euro ai quali vanno aggiunti i 60 euro di tassa d’iscrizione annuale. Una cifra di poco superiore alla media nazionale e sostanzialmente “popolare”, ma di fascia alta per Prato.

Alla fatidica domanda conclusiva sui progetti per il futuro, Raffaelli si congeda con una bella notizia: «Presto inizieremo i lavori di ampliamento che metteranno a disposizione dei soci 250 metri quadrati in più. Miglioreremo inoltre l’interior design, ridefiniremo gli spazi, eleveremo lo standard qualitativo del servizio per celebrare come si deve, il 15 marzo del prossimo anno, il nostro decennale».

 

La versione integrale dell'articolo dedicato al club Serendip è pubblicato nel numero 157 (maggio-giugno 2017) della rivista Il Nuovo Club.

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