A star bene s'impara, la lezione di Paolo Manocchi

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A cura della Redazione
Lunedì, Febbraio 27, 2023
All’ultimo ForumClub, Paolo Manocchi, uno dei massimi esperti di brain coaching, ha tenuto un’apprezzatissima general session nel corso della quale ha spiegato come riconoscere, gestire e trasformare le proprie emozioni per vivere e lavorare in equilibrio in un sistema che crea disequilibrio, raggiungendo i propri obiettivi, individuali e di squadra.

Come vivere e lavorare in equilibrio in un sistema che crea disequilibro, imparando a riconoscere e a gestire le proprie emozioni. È l'argomento della general session che ha visto protagonista, a ForumClub 2022, Paolo Manocchi, uno dei massimi esperti di brain coaching. Una lezione importante ed estremamente attuale per migliorare, se non addirittura trasformare, la propria vita sul piano lavorativo, relazionale e interiore, che abbiamo pubblicato integralmente sulle pagine della rivista Il Nuovo Club. Ve ne proponiamo, di seguito, un estratto.

GIOCARE PER VINCERE

Manocchi ha esordito chiarendo che i valori fanno la differenza, che dove nasciamo, e dunque il contesto in cui cresciamo, influenza il nostro comportamento, e che una volta cresciuti possiamo cambiare il nostro approccio psicologico alla vita, il modo di interpretarla. E ha definito l’autostima la “colonna vertebrale della psiche”, sottolineando che se la nostra autostima non è centrata, tutto il resto va in disequilibrio, ricordando che il difficilissimo 2020 lo ha dimostrato con grande forza. «Quando c’è un problema – ha spiegato – riusciamo a risolverlo se siamo consapevoli di essere in grado di risolverlo. Ancor prima della situazione oggettiva, che è tale per definizione, la centratura del nostro sé condiziona il nostro comportamento, la nostra azione. Il vincente non è chi vince, bensì chi ha l’attitudine da vincente.

È un atteggiamento mentale. Non si vince sempre, chi gioca deve essere disposto a perdere, ma ogni volta che non si gioca per vincere si perde in partenza. E in questo ambito l’autostima è fondamentale, ma purtroppo la nostra cultura, il nostro processo scolastico, fa sì che non si sviluppi nei bambini. Se non abbiamo la fortuna di crescere in una famiglia attenta ad alimentarla, o di aver letto certi libri o incontrato certi tipi di persone, difficilmente sapremo come si vive in autostima. Ogni volta che facciamo qualcosa – ha proseguito il coach che annovera tra i suoi assistiti anche il teamLamborghini“Squadra Corse” Super Trofeo Endurance – riceviamo un feedback dal mondo circostante e, in modo empirico, cerchiamo di mettere a frutto l’esperienza, ma l’empirismo ha un grande limite: si basa sull’interpretazione della risposta ricevuta dal mondo. E se non abbiamo elementi nuovi per interpretarla, tendiamo a fare due cose: chiuderci e smettere di fare, oppure rifare ciò che sappiamo fare per abbassare il nostro livello di inquietudine».

 

 

STAR BENE È UNA SCELTA

Manocchi ha quindi ricordato che il nostro cervello interpreta costantemente ciò che ci accade producendo risposte chimiche che, a loro volta, producono comportamenti. E ha chiarito che il sistema esterno è costruito per farci vivere in modo disfunzionale, mettendoci in disequilibrio. «Vivere in disequilibrio – ha detto – è normale perché il mondo circostante produce disequilibri e raggiungere l’equilibrio è un atto di volontà. Stare male è un automatismo, star bene è una scelta. Per star bene dobbiamo impegnarci, senza avere la certezza di riuscirci». Ha quindi ricordato che la gestione di un’azienda, in tutti i settori, richiede una mentalità e un approccio da squadra e una mente che guida il team, ovvero uno staff ristretto che gestisce e direziona tutti i collaboratori. E questo stesso team dirigenziale deve lavorare come una squadra, altrimenti non c’è crescita e non si possono raggiungere i risultati che solo le squadre possono raggiungere. «Gruppo  e squadra sono due mondi completamente diversi in termini di struttura comportamentale e psicologica. Lego stava fallendo nel 2003 – ha raccontato – e il suo team dirigenziale ha inventato un metodo per salvarsi, denominato serious play, addirittura arrivato ad Harvard. Il gioco è una cosa seria, come ci insegnano i bambini piccoli, che sono disposti a giocare con noi solo se giochiamo seriamente. I bambini sono i migliori coach del mondo perché, come disse Antoine de Saint-Exupéry, sanno cose che noi adulti abbiamo dimenticato. Un bambino che nasce con i principi base dell’eccellenza diventa un adulto eccellente e purtroppo non si è mai visto un “gestore di popoli” che si è attivato per creare un popolo più abile di chi lo gestisce».

LAVORARE SULLA  MOTIVAZIONE

L’esperto in Analisi Bio-Strutturale del Cervello ha quindi chiarito che bisogna lavorare sulla motivazione perché l’euforia serve per correre i 100 metri, la motivazione per restare i piedi, per non mollare di fronte alle difficoltà. «Dobbiamo imparare a stare quieti nell’inquietudine. Se gestiamo persone e queste persone percepiscono che siamo più preoccupate e più agitate di loro, non possiamo fare nulla di buono. Chi gestisce team deve imparare a mantenersi in uno stato mentale quieto e positivo nonostante sia circondato da caos e inquietudine. Dobbiamo imparare ad avere una centrature delle emozioni, consapevoli che chi oggi vive da realista non sta affatto bene e che solo i sognatori cambiano il mondo. Così come dobbiamo essere consapevoli che le cose della vita che non sono andate come avremmo voluto ci penalizzano, dobbiamo essere consapevoli che lo stesso vale per le persone che ci bloccano, che ci inibiscono, impedendoci di esprimere tutto il nostro potenziale. Ma se impariamo a lavorare su noi stessi, possiamo fare grandi cose».

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