Andrea Abodi
In una parola, ripartenza. Dopo un anno difficile a causa della pandemia da COVID-19, l'industria del fitness e dello sport nel 2023 sta oggi attraversando una notevole ripresa, registrando una crescita del +16% rispetto all'anno precedente. Una tendenza positiva, che ancora non ha riportato del tutto il comparto ai livelli del 2019, dopo le complessità causate, per le palestre, dai lockdown e dalle restrizioni rese necessarie dall'emergenza sanitaria, che testimonia, non solo l'ottimo stato di salute del settore un segnale importante di crescita, ma anche una nuova e sempre maggiore consapevolezza, tra le persone, legata alla necessità di condurre uno stile di vita attivo e sano per stare bene. A scattare questa 'fotografia' è l'Italian Exhibition Group, secondo cui nel 2021 gli italiani che si sono iscritti in palestra sono stati circa 5,5 milioni, pari all'8,3% della popolazione residente. Tuttavia sono oltre 18 milioni gli utenti che ogni anno frequentano i 5.200 grandi impianti sportivi del Paese, le 5.500 palestre, i quasi 5.000 club, per un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro e un giro d’affari complessivo, considerando l’indotto di circa 25 miliardi di euro: l’1,6% del Pil nazionale.
Per il proprio benessere fisico nel 2022 gli italiani hanno speso in media 458 euro. Una cifra ancora più alta per chi ha scelto di praticare attività fisica in palestre, piscine e centri sportivi: 483 euro. L’importo è destinato a salire nel 2023 fino a 600 euro se si vedranno confermate le previsioni per l’anno in corso. A dettare l’incremento sarà, sì, una maggiore propensione allo svolgimento di attività wellness e fitness ma anche l’incremento medio delle tariffe dovute alla forte spinta inflattiva dell’ultimo anno e mezzo.
GLI ITALIANI E LO SPORT
In una classifica europea che vede la Finlandia in testa, con il 71% degli abitanti che svolge regolarmente attività sportiva, seguita da Lussemburgo (63%) e Olanda (60%), l’Italia si ritrova solo in diciottesima posizione, con il 34% di praticanti sul totale della popolazione. Una percentuale che ci vede sotto la media dei 27 Paesi, di poco più alta al 38%. Ma il dato più preoccupante è che oltre la metà della popolazione italiana, il 56%, non pratica alcun tipo di attività sportiva neppure saltuariamente, contro una media europea del 45%. Mancanza di tempo (40%), di volontà (27%) e costi eccessivi (10%) sono fra le motivazioni addotte. Chi invece pratica attività di fitness o sportive ha come obiettivo il mantenimento di un buono stato di salute (54%), il miglioramento della propria forma fisica (43%) ma anche quello di rilassarsi e socializzare.
Cosa fare dunque per favorire lo sviluppo del settore? I club sportivi italiani vedono al primo posto la sinergia con il mondo della salute (medici di base, strutture sanitarie…), indicata dall’80,8% dei partecipanti alla ricerca di IFO. Per il 71,2% occorre poi fare sinergia con il mondo della scuola, per una maggiore cultura del fitness. Anche le agevolazioni per gli anziani e per chi soffre di patologie (70,4%) può contribuire allo sviluppo del settore. Fra le risposte ci sono inoltre: una maggior professionalità e aggiornamento degli staff (indicata dall’69,4%), quello che viene definito un “bonus wellness” ossia agevolazioni fiscali e benefit per chi si iscrive a una struttura (68%), promozioni istituzionali (68%) e maggiori attività di marketing e comunicazione (57%).