EHFA, grandi progetti per il settore

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Abbiamo intervistato Harm Tegelaars, presidente dell’EHFA - European Health & Fitness Association, per comprendere con chiarezza il ruolo di un’Associazione che ha la dichiarata ambizione di rappresentare, a livello europeo, il settore nel suo complesso e favorirne la crescita

di davide venturi

Abbiamo intervistato Harm Tegelaars, presidente dell’EHFA - European Health & Fitness Association, per comprendere con chiarezza il ruolo di un’Associazione che ha la dichiarata ambizione di rappresentare, a livello europeo, il settore nel suo complesso e favorirne la crescita

Quali sono i principali risultati conseguiti dall’EHFA in 10 anni d’attività? E quali i suoi obiettivi per il futuro?

Durante i primi sei anni di vita dell’EHFA io non ne facevo parte. In quel periodo era composta da un ristretto gruppo di operatori del settore e accademici che discutevano sugli standard da creare per elevare il livello professionale. Sei anni di lavoro hanno permesso di realizzare una prima bozza, un primo schema.
Appena sono entrato a far parte dell’EHFA, nell’aprile del 2007, ho conosciuto lo staff e ho potuto valutare il lavoro che avevano fino a quel momento svolto, comprendendone il valore. Ho subito compreso che per far sì che il lavoro svolto non fosse fine a se stesso, bisognava assolutamente coinvolgere il settore nel suo complesso a livello europeo e, non meno importante, far sì che tutti comprendessero che cosa stavamo facendo. Negli ultimi quattro anni, come illustrato dal nostro Rapporto annuale, abbiamo allacciato tantissimi contatti in tutto il Vecchio Continente, dalla Lituania al Portogallo, dalla Svezia alla Grecia, e in tutti gli altri paesi, compresa, ovviamente, l’Italia. È molto importante, per noi, aver costituito e formalizzato il Consiglio degli Standard, presieduto dal Professor Alfonso Jiménez, docente presso la Greenwich University di Londra, con il quale hanno collaborato 55 accademici europei di altissimo profilo, tra i quali figurano anche esperti italiani. Hanno costituito un gruppo di lavoro che si riunisce mensilmente per scrivere gli standard nelle diverse aree di specializzazione del club quali, ad esempio, le attività e i servizi rivolti a senior, bambini e disabili. L’obiettivo è far sì che gli standard fissati risultino sovrapponibili agli otto livelli previsti dallo schema EQF (acronimo di European Qualifications Framework, ndr), ovvero il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente. Questo è un importantissimo lavoro ancora in corso d’opera il cui completamento richiede altri due anni. Nel 2013 avremo realizzato la descrizione di ogni mansione professionale in Europa e sapremo con esattezza quali sono le competenze, le capacità, anche sul piano della comunicazione, richieste per ricoprire ogni ruolo specifico nel settore dei fitness club. Ci stiamo inoltre confrontando con gli enti di formazione europei – che in totale sono circa 400 – e al momento abbiamo raggiunto un accordo di collaborazione con 30 realtà di vari paesi. Attualmente stiamo lavorando come partner associato con l’Università La Sapienza di Roma e la Federazione Italiana Aerobica e Fitness (FIAeF) su una piattaforma e-learning. EHFA sostiene e collabora con questi due organismi per far sì che il progetto venga portato a termine. In sisntesi, il ruolo che EHFA intende svolgere, e sta svolgendo, è quello di facilitatore a livello europeo per “costruire ponti”, per aprire linee di comunicazione e risolvere problemi che il settore incontra a tutti i livelli. Per farlo abbiamo deciso di coinvolgere tutti gli operatori, dagli enti formatori agli imprenditori, dalle associazioni nazionali ai professionisti a tutti i livelli. Vogliamo costruire strutture riconoscibili e durature. Vogliamo che la comunicazione, a livello europeo, funzioni al meglio e che la circolazione delle informazione importanti risulti veloce e benefica per tutti. Vogliamo che l’industria del fitness del Vecchio Continente cresca e diventi più forte r più redditizia, assicurandosi, per molti anni, un futuro importante.

Quali sono le principali iniziative in atto in questo momento?

La creazione del Consiglio degli Standard è senza dubbio l’iniziativa più importante tra quelle in atto. È composto da 11 membri e dai gruppi tecnici, per un totale di 55 esperti che stanno lavorando alacremente per incorporare tutte le funzioni che caratterizzano il nostro settore negli otto livelli previsti dallo schema EQF. Fino ad oggi abbiamo identificato 22 professionalità nell’ambito del nostro settore, ma con tutta probabilità diventeranno presto 26. Tutte queste funzioni, queste “professionalità” devono essere chiaramente definite e rientrare nello schema. Inoltre, gli enti formatori che operano nel settore dovranno assicurare iter didattici e curriculari che assicurino il raggiungimento dei livelli 2, 3 e 4 dell’EQF. Per i livelli 5, 6, 7 e 8 entrano in gioco le università europee, con le quali stiamo dialogando. Gli atenei dovranno assicurare una formazione adeguata alla complessità e importanza dei ruoli svolti dai professionisti che operano ai vertici. C’è ancora un grande lavoro da svolgere che, per essere portato a termine, richiederà ancora parecchi anni.

Stiamo attuando inoltre un altro progetto che ha ottenuto la sovvenzione per la ricerca dalla Commissione Europea. Si chiama HUB e, in buona sostanza, è una ricerca su tutte le campagne pubblicitarie e le iniziative di marketing in atto nel settore i cui risultati ci hanno consentito di raccogliere dati utili per fare alcune raccomandazioni alla Commissione. Nel sito internet dell’EHFA sono disponibili dettagliate informazioni su questa importante iniziativa.
In questo momento siamo inoltre coinvolti nella ricerca intitolata “Il Fitness contro il doping” poiché la Commissione Europea vuole essere informata sull’utilizzo di sostanze dopanti nel settore fitness. Stiamo portando a termine un sondaggio di grande portata che ha coinvolto circa 10.000 persone e diverse università. In novembre presenteremo il primo resoconto di questo progetto, mentre in marzo sottoporremo il rapporto definitivo alla Commissione Europea a Bruxelles.

Ma non è tutto. Stiamo altresì sostenendo la ricerca nel campo dell’active aging al fine di sapere con esattezza quante sono le persone mature nel Vecchio Continente in modo da poter spiegare alla Commissione Europea che cosa può fare il nostro settore, nei prossimi 10, 20 e 30 anni, per una fascia di popolazione che sta crescendo in modo esponenziale. Anche questo progetto coinvolge diversi importanti atenei, per l’esattezza sei. Presto avremo maggiori informazioni al riguardo.
Un altro importante progetto è il lancio della settimana formativa dedicata alla leadership, definita “EHFA University che si terrà alla IESE Business Schoool di Barcellona dal 4 all’8 giugno2012.

Inoltre, l’EHFA organizzerà, per la seconda volta, l’ International Standards Forum che si terrà a Bruxelles il 6 e 7 novembre. E sempre a Bruxelles, il 7 e 8 novembre, si terrò lo European Fitness Forum al quale parteciperanno operatori provenienti da tutta Europa e relatori del settore, rappresentanti della Commissione Europea e del mondo accademico. L’evento sarà inoltre l’occasione per presentare i risultati del progetto di ricerca, finanziato dall’Unione Europea, “Fitness Against Doping”.

Oggi l’EHFA rappresenta, in Europa, 18 associazioni nazionali e quasi 10.000 club. Che cosa può dirci dell’Italia? È possibile che nell’immediato futuro un’associazione italiana si affili all’EHFA, esattamente come è successo in molte altre realtà nazionali europee?

In Italia abbiamo due enti di formazione accreditati con i quali lavoriamo in partnership. Per quanto concerne le associazioni che rappresentano il settore dei fitness club in Italia, la situazione non è del tutto chiara. Abbiamo identificato come associazione di riferimento ANIF- Eurowellness, stiamo dialogando con il presidente Giampaolo Duregon per capire se possiamo fare qualcosa insieme, se ANIF può affiliarsi all’EHFA. Siamo aperti a collaborare con chiunque abbia la giusta motivazione a svolgere un lavoro che risulti proficuo per il settore nel vostro paese. Una volta individuato il referente giusto, forniremo tutto il nostro supporto per raggiungere gli obiettivi stabiliti.

L’EHFA sta lavorando per ottenere una riduzione e un’unificazione a livello europeo dell’aliquota IVA sui servizi erogati dai centri fitness. Così come per creare un quadro chiaro e unitario anche per quanto concerne i diritti d’autore in ambito musicale. Che cosa può dirci in merito?

Ho già parlato dell’IVA anche in Italia e so perfettamente che è un tema che sta cuore agli operatori del settore. Stiamo lavorando duramente a Bruxelles per cercare di far capire alla Commissione Europea che l’aliquota IVA applicata ai servizi offerti dal nostro settore dovrebbe essere la stessa in tutti i paesi della Comunità Europea. Siamo convinti che i servizi erogati dai club siano strettamente connessi alla tutela della salute e, come tali, dovrebbero essere completamente detassati. In quarant’anni, per la prima volta, ci si sta confrontando con le istituzioni per affrontare questa importante questione fiscale. L’EHFA ha recentemente sottoposto alla Commissione Europea una proposta, sostenuta da operatori del settore e da esperti di Deloitte, con la quale chiede di applicare al settore fitness l’aliquota IVA più bassa e creare le condizioni che consentano alle strutture private e pubbliche di combattere ad armi pari. Ovviamente la tassazione sul valore aggiunto è una competenza degli stati membri, ma le direttive di Bruxelles forniscono spesso indicazioni molto importanti ai governi nazionali.
La questione relativa ai diritti musicali è molto più complessa perché i 27 paesi del’Unione Europea applicano regole differenti. In alcune nazioni le quote previste per l’utilizzo di brani musicali sono basse, in altri sono molte elevate. Il nostro compito, al momento, è delineare un quadro complessivo della situazione in Europa senza “fare rumore”. La nostra attuale strategia consiste nel raccogliere informazioni per comprendere fino in fondo la questione, quindi mettere a punto un strategia adeguata.

Quanti professionisti dell’esercizio fisico si sono iscritti allo European Register of Exercise Professionals (sinteticamente Ereps)? Sta contribuendo a elevare gli standard professionali e la qualità del esercizio erogato? Come stanno rispondendo gli istruttori italiani a questa importante iniziativa?

L’EREPS (European Register of Exercise Professionals) sta crescendo piuttosto velocemente. Al riguardo abbiamo due o tre notizie importanti. Attualmente il registro europeo dei professionisti dell’esercizio fisico annovera circa 3.000 professionisti, mentre il registro del Regno Unito può vantarne addirittura 28.000, ovvero il 70 per cento del totale a livello nazionale. Il nostro desiderio è che ognuno dei 27 paesi europei abbia il suo registro nazionale dei professionisti dell’esercizio fisico. Attualmente l’Olanda e la Gran Bretagna sono indipendenti da questo punto di vista e, dal 24 settembre scorso, anche l’Irlanda. Ovvero hanno i loro registri che, ovviamente, sono riconosciuti dall’EHFA ed equipollenti a quello europeo. Poiché vogliamo che ogni paese abbia il suo registro nazionale, stiamo cercando, in ogni nazione, partner che rispettino una serie di condizioni, prima fra tutte che il registro venga gestito da un’organizzazione no proft indipendente che rappresenti il settore nel suo complesso, e non interessi di parte. Questa organizzazione deve essere controllata da quello che in Gran Bretagna viene definito trustee, ovvero un amministratore fiduciario il cui compito è sorvegliare per avere la certezza che l’organismo venga gestito nell’interesse del settore nel suo complesso. E il governo deve fornire il suo sigillo d’approvazione. Non è certo una missione semplice da portare a termine, ma il nostro impegno è massimo. Oltre ai casi poc’anzi menzionati di Gran Bretagna e Olanda, speriamo di poter annunciare nel giro di qualche mese la nascita di altri due registri nazionali indipendenti. Tra questi figureranno sicuramente le regioni spagnole della Galizia e Catalogna, mentre le negoziazioni con la Germania proseguono.

Il processo per la costituzione di un registro richiede circa un anno, un anno e mezzo. In buona sostanza, il ruolo dell’EHFA consiste nel far sì che, nel giro dei prossimi 5-7 anni, ogni paese europeo abbia il suo registro riconosciuto da un’organizzazione ombrello a Bruxelles che rappresenti tutti i professionisti presenti nel registro. È un lavoro molto gravoso. Ma lo faremo.
Per quanto concerne l’Italia, la situazione è molto interessante: circa 300 professionisti dell’esercizio fisico, ovvero istruttori e personal trainer, hanno già ottenuto i requisiti indispensabili per essere inseriti nell’EREPS. E abbiamo già individuato altri 200 professionisti italiani pronti a intraprendere l’iter che dà accesso al Registro. Al massimo nel giro di 9 mesi andranno ad aggiungersi agli altri 300. La buona notizia è che i singoli individui hanno compreso l’importanza del nostro progetto e stanno svolgendo il loro compito per emancipare innanzitutto se stessi e, di riflesso, il settore in cui lavorano. Purtroppo i proprietari di club e le organizzazioni sembrano avere ancora delle perplessità, appaiono in difficoltà. È pertanto nostro compito continuare a dialogare con loro, venire in Italia e rendere le cose chiare e semplici.

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