Il fitness? Te lo prescrive il dottore

Visita medica

Sovrappeso e obesità affliggono in modo crescente i Paesi industrializzati, aumentando l'incidenza delle patologie cardiovascolari. Il Ministero della Salute e l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono pertanto intervenuti con indicazioni e direttive finalizzate a sensibilizzare maggiormente i cittadini sulla necessità di assumere uno stile di vita più sano.

Il risultato è la definizione di uno scenario nel quale il medico di famiglia svolge un ruolo centrale – consulenziale ed educativo – fungendo da trait d'union fra il sistema sanitario e il settore del fitness-wellness. La sua funzione può essere preziosa anche per far capire alla popolazione che l'attività fisica deve essere accompagnata sia da una sana ed equilibrata alimentazione che da una condotta di vita priva di agenti patogeni quali fumo, sostanze dopanti e uso eccessivo di alcool, farmaci e integratori.

A questo proposito abbiamo rivolto qualche domanda al dottor Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione Nazionale dei Medici di Famiglia (FIMMG), che in collaborazione con la Federazione Italiana Aerobica e Fitness (FIAeF) ha lanciato la campagna di sensibilizzazione Fitness = Muoversi in Salute.

Dottor Milillo, in base a quali parametri è possibile definire “attivo” e “sano” uno stile di vita?

Lo stile di vita è sano quando permette di prevenire diverse patologie, in particolare quelle croniche, garantendo al contempo un'elevata qualità della vita. Per dirla con uno slogan: benessere globale della persona senza generici sacrifici.

In un contesto in cui la popolazione è sempre più interessata da fattori di rischio di patologie ad alto impatto sociale – primi fra tutti l'obesità, la sedentarietà, il fumo, l'abuso di alcool e di sostanze tossiche – ed è sottoposta al proliferare di messaggi pseudoeducazionali provenienti dalle fonti più disparate, risulta sempre più rilevante la richiesta di salute, non intesa più soltanto come assenza di malattia, ma piuttosto come un valore, che include anche il concetto di qualità della vita. ...

Cosa si potrebbe fare per dare vita a una concreta sinergia fra pubbliche istituzioni, settore sanitario e operatori sportivi?

Innanzitutto, questi soggetti dovrebbero dialogare molto di più, focalizzandosi in particolare su come perseguire i reali interessi del cittadino. Ricordiamo che un'efficace strategia di prevenzione necessita di un vero e proprio coaching: il medico ha infatti il compito di integrare i fattori fisici, psicologici, sociali, culturali ed esistenziali dell'individuo, servendosi della conoscenza e della fiducia scaturita dai contatti ripetuti con gli assistiti.

Quanto agli operatori sportivi, questi dovrebbero mettere a disposizione del cittadino la loro professionalità fornendo tutte le informazioni necessarie sullo svolgimento di una corretta attività motoria e sulle metodiche di allenamento. Il tutto con l'idea di progettare e seguire un “percorso benessere” definito in base alle caratteristiche e alle aspettative di salute dell'individuo. Le Istituzioni, infine, hanno a loro volta il compito di offrire al cittadino concrete garanzie sulla qualità e serietà dei servizi offerti dalle strutture, nonché sulla qualità del personale tecnico.

È passato poco più di un anno dal lancio della campagna Fitness = Muoversi in salute. Mi può dire quali sono i principali risultati che avete ottenuto sinora?

La campagna sta andando avanti con molto impegno da parte nostra, e a breve dovremmo tirare le prime somme di una sperimentazione condotta da un gruppo di medici di famiglia della provincia di Latina. Questi professionisti stanno proponendo a una popolazione campione (di età compresa fra i 15 e i 79 anni ed esente da gravi patologie) un programma di attività fisica – basato su un semplice protocollo condiviso con la FIAeF – da praticare almeno tre volte la settimana per 30/60 minuti al giorno.

Tutti i soggetti che partecipano allo studio sono monitorati misurando alcuni semplici indicatori quali: peso corporeo, altezza, circonferenza vita, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, diuresi, qualità del sonno percepita, uso di psicofarmaci, minor consumo di farmaci, pulsione verso il cibo.

Quali sono le principali problematiche di salute e benessere dei cittadini emerse dal questionario che avete distribuito? Come ha funzionato il FITtest?

Nonostante i cittadini non siano particolarmente abituati all'uso di questi strumenti, il FITtest sta fornendo molte informazioni sul mondo del fitness. Dalle prime indicazioni emerge che è ancora necessario fare uno sforzo comune per rendere più omogenea l'offerta, migliorandone la qualità dal punto di vista della salute e favorendo ancor più la partecipazione dei cittadini.

Avete proposto o avete intenzione di proporre iniziative, progetti o collaborazioni alle pubbliche istituzioni e al Ministero della Salute in particolare?

Il dialogo con le Istituzioni non è mai un percorso semplice; al di là delle generiche affermazioni di principio, su cui si può essere facilmente d'accordo, i problemi nascono quando si deve passare “dalla teoria alla pratica”. Ci sono timidi segnali di una fattiva collaborazione con il Ministero della Salute, ma il percorso è tutto da tracciare; abbiamo bisogno, per attivare iniziative di prevenzione attraverso il fitness, del supporto dell'opinione pubblica.

La nostra Federazione, insieme alla FIAeF, sta proponendo di applicare anche in Italia i principi dell'HEPA, la piattaforma europea per la promozione della salute attraverso la diffusione dell'attività fisica. Speriamo che a questa nostra iniziativa si aggreghino anche altre associazioni.

Al fine di favorire la diffusione di uno stile di vita più attivo, in quali termini dovrebbe cambiare il ruolo e l'immagine del medico di famiglia?

Il medico di famiglia – l'unico al quale ci si rivolge anche quando si è in buona salute, anche solo per un parere o un consiglio su quale e quanta attività fisica svolgere – conosce il soggetto e la sua famiglia spesso sin dalla nascita, quindi sa cosa gli serve e come lo può raggiungere.

È necessario che le istituzioni puntino su questa figura dandogli sì la responsabilità, ma riconoscendoli anche l'autorità necessaria per poter intervenire sul cittadino. Da quasi due anni, la FIMMG ha attivato un gruppo di medici appositamente dedicati a seguire gli stili di vita dei pazienti, e ha realizzato un sito web, www.fimmg.org/alimentazione, che invito a visitare.

Pensa che nel prossimo futuro il medico di famiglia avrà la possibilità di prescrivere il fitness come una vera e propria medicina?

Se parliamo ad esempio delle malattie cardiovascolari, possiamo purtroppo constatare che in Italia gli anni perduti rispetto alla speranza di vita, cioè quelli “sottratti” ogni anno ai soggetti di età inferiore ai 65 anni, sono oltre 300.000.

Se vogliamo che questa situazione migliori sensibilmente, non possiamo non attuare iniziative semplici ma concrete come quelle di considerare il fitness una vera e propria “cura” della persona e come tale favorirla. Naturalmente sarà necessario discutere sulla sostenibilità di questa strada per le casse pubbliche; ma non bisogna certo dimenticare quanto possono incidere i costi di malattie e disabilità sul sistema sanitario nazionale.

Per saperne di più:

Fitness = Muoversi in Salute

La Federazione Italiana dei Medici di Famiglia (FIMMG) e la Federazione Italiana Aerobica e Fitness (FIAeF) hanno definito un protocollo di intesa con il quale è stata avviata una campagna nazionale di informazione e prevenzione denominata Fitness = Muoversi in Salute.

Inserita fra le iniziative legate al Move for Health dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e accreditata dalle Nazioni Unite nell'ambito dell'Anno Internazionale dello Sport e dell'Educazione Fisica “IYSPE 2005”, l'iniziativa è nata dalla considerazione che la corretta e continuativa pratica del fitness aiuta a prevenire o contrastare lo sviluppo delle più diffuse patologie cardiovascolari, osteoarticolari e metaboliche. Per l'attuazione della campagna sono stati predisposti vari strumenti:

un questionario distribuito dalla FIMMG e rivolto al personale medico per indagare più da vicino sia le problematiche del cittadino in termini di salute e benessere sia il grado di consapevolezza dei rischi derivanti da uno stile di vita sedentario;

uno studio di osservazione denominato FAST-MEG (Fitness Attività Salute Totale - Medicina Generale) e condotto su un campione rappresentativo della popolazione tra i 15 e i 79 anni allo scopo di valutare i fattori di rischio legati a inappropriati stili di vita e realizzare dei follow-up periodici dei soggetti considerati; un FITtest di autovalutazione grazie al quale lo sportivo può stimare agevolmente i fattori fondamentali per la propria salute.

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