Mercato del lavoro IUSM e occupazione

Fabrizio Aversa CPA UISM

Flessibile, variegato e atipico… così viene descritto il mercato del lavoro nel settore del fitness e in quello dello sport, un mercato dove operano figure professionali con conoscenze e competenze molto diverse.

Delle prospettive occupazionali di chi si diploma in Scienze Motorie abbiamo parlato con il dr. Dino Laterza che si occupa di “job placement” all’interno dello IUSM di Roma. Abbiamo interpellato anche alcuni studenti del Master di Fitness attivato presso lo IUSM di Urbino.

Dr. Laterza, in base alla sua esperienza, quali sono le aree di occupazione a cui i laureati in Scienze Motorie guardano con maggiore interesse?

“Ogni anno, durante la selezione di accesso al corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive viene somministrato un questionario agli aspiranti studenti. Nel questionario si chiedono le motivazioni all’iscrizione e quali ambiti occupazionali siano ritenuti interessanti. Lo stesso questionario viene somministrato, con opportune variazioni al termine del corso di studi. Il servizio Job Placement svolge inoltre il monitoraggio delle carriere dei laureati.

Da tutte queste indagini emerge nettamente che la passione per lo sport è il “motore” della gran parte delle scelte e che spesso ci iscrive al Corso di Laurea per approfondire le proprie conoscenze sportive. Il profilo professionale più interessante dal punto di vista lavorativo, sia per le “matricole” sia per i laureandi, è quello dell’allenatore/preparatore atletico, seguito da istruttore nelle varie attività motorie, personal trainer, operatore in ambito rieducativo motorio e, con una buona percentuale, anche il manager di impianti sportivi."

..quali sono invece le aree in cui trovano un effettivo sbocco professionale?

“Il monitoraggio delle carriere limitato ai primi anni dopo la laurea mostra i nostri laureati all’interno di palestre e centri sportivi in qualità di allenatori, personal trainer, istruttori di attività motorie. Alcuni gestiscono direttamente attività in proprio in circoli sportivi, altri sono presidenti di associazioni sportive. Sostanzialmente quindi c’è una buona congruenza tra la formazione acquisita all’Università e la collocazione professionale."

Non c’è il rischio che, all’interno di fitness e wellness club, il titolo di studio di un laureato in scienze motorie sia in taluni casi sovradimensionato rispetto alle abilità effettivamente richieste per operare in tali centri?

“Non credo che il titolo di studio sia sovradimensionato, piuttosto che esso sia attualmente sottovalutato da alcuni operatori del settore. Ritengo che dovrebbe essere avviata una discussione molto seria sulla formazione nel campo delle attività motorie e dello sport. Infatti, se si è d’accordo sull’importante ruolo sociale, educativo e della salute del cittadino che queste attività hanno, non si può sottovalutare la qualità degli operatori e la loro qualificazione scientifico - professionale. Purtroppo, la ricerca Jobdriver 2005 mostra che, almeno nella provincia di Roma, gli operatori in possesso di un titolo di studio di alta formazione (laurea) sia assolutamente minoritario rispetto a coloro che possiedono un brevetto o una qualifica professionale.

Sono d’accordo che l’acquisizione di “tecniche” non richieda moltissime ore di apprendimento, quindi sono favorevole a corsi – weekend, alla formazione/aggiornamento mirata all’acquisizione di nuove competenze in tempi brevi, ad un sistema formativo basato sulla formazione ricorrente, ma tutto ciò deve necessariamente e coerentemente seguire una formazione di livello universitario che abbia assicurato quelle conoscenze scientifiche e metodologiche di base che, che ampliando la base culturale di partenza, garantiscano capacità critiche nell’apprendimento e rendano gli operatori consapevoli dell’importanza dell’aggiornamento continuo, aspetto decisamente importante se si tiene conto della evoluzione continuo del mercato del lavoro.”

Secondo una ricerca condotta dalla Scuola dello Sport, il tasso di disoccupazione relativo ai diplomati ISEF era, nel 2000, pari al 21,5%, più del doppio rispetto al tasso medio delle facoltà universitarie nello stesso periodo e veniva interpretato come mancato allineamento tra preparazione professionale ed esigenze del mercato del lavoro. Come si è attrezzato lo IUSM per superare tale gap?

“Voglio ricordare che l’ISEF nacque con la finalità di formare insegnanti di Educazione Fisica, quindi data la particolare strutturazione dell’organizzazione sportiva in Italia, lo sbocco professionale elettivo era l’insegnamento in ambito scolastico. Va da sé che molti degli insegnanti di educazione fisica, terminato l’orario di insegnamento, proseguivano l’attività di insegnamento con opera “volontaristica” all’interno delle associazioni sportive. La situazione è profondamente mutata a partire dalla fine degli anni ’80, quando la saturazione dei posti disponibili nella scuola ha, di fatto, determinato una disoccupazione pressoché totale dei nostri diplomati (l’ultimo concorso abilitante del 1990 fu bandito “a posti zero”, come si dice in gergo ministeriale). A partire da quegli anni dunque, i diplomati ISEF hanno lavorato quasi esclusivamente nelle palestre e nei centri sportivi in qualità di istruttori.

Per questo, essendo l’accesso alla “professione” solo parzialmente regolamentata, ritengo che parlare di tasso di occupazione o disoccupazione in rapporto al titolo di studio sia fuorviante, anche in considerazione delle riflessioni formulate dall’avvocato Guido Martinelli sulle pagine del Nuovo Club n° 84, riguardo al rapporto di lavoro dell’istruttore sportivo.

Sono comunque d’accordo sul fatto che i diplomati ISEF abbiano scontato un gap di preparazione, quasi fisiologico, poiché gran parte della propria formazione era indirizzata all’insegnamento scolastico.

Lo IUSM è stato istituito nel 1998 per la formazione dei professionisti nel campo delle Scienze Motorie e Sportive. L’istituzione del Corso di Laurea triennale, dei Corsi di Laurea Specialistica, della SSIS e dei Master di primo e secondo livello, ha certamente contribuito a colmare il gap esistente tra le esigenze del mercato e la preparazione dei professionisti. Infatti, in questi corsi si fornisce una preparazione assai diversa certamente più adeguata da quella precedentemente promossa dall’ISEF. Per esempio, oltre alla formazione di base e caratterizzante, si prevedono discipline a scelta dello studente, organizzate spesso in collaborazione con enti esterni, come le Federazioni Sportive Nazionali, e/o esperti di provata professionalità. Sono previste, inoltre, per gli studenti esperienze di stage e tirocinio presso società ed aziende del territorio in modo da favorire l’ingresso nel mondo del lavoro.”

Nella ricerca svolta sulla provincia di Roma e divulgata lo scorso dicembre avete evidenziato come la presenza di multinazionali del fitness e delle attività motorie si accompagni alla ricerca di “figure professionali con cultura superiore, spesso ad elevati livelli specialistici”. Al contrario è relativamente diffusa l’opinione che l’organizzazione del lavoro tipica di queste strutture non contribuisca al miglioramento qualitativo e professionale di chi opera come tecnico nel settore. Qual è la sua opinione in proposito?

“Il Prof. Paolo Delicato, nelle conclusioni della ricerca che cita, prevede che il trend da lei evidenziato sia assimilabile a quanto accaduto nell’ultimo ventennio nel settore dei beni di consumo. La presenza di nuovi competitori nel mercato porterà senz’altro all’innalzamento degli standard di qualità nei servizi erogati. Registro, inoltre, che queste multinazionali ricercano, nelle città dove aprono i propri centri, la collaborazione delle Università per lo svolgimento di stage e/o per il reclutamento del personale, dichiarando sui propri siti la preferenza per personale in possesso di laurea in scienze motorie o diploma ISEF, e questo mi sembra un fatto molto positivo.

Vorrei piuttosto sottolineare un aspetto emerso dalla ricerca svolta nella Provincia di Roma: se si analizzano le fasce di età degli operatori tecnici nelle varie strutture si rileva una bassissima percentuale di operatori con più di 40 anni. Questo dato deve far riflettere sulla scarsa “longevità”di carriera che offre questa professione e il prevedibile rapido turn over degli addetti.”

La parola agli studenti

Il settore del fitness nelle parole di alcuni istruttori, studenti del Master di Fitness presso lo IUSM di Urbino.

Quali sono le sue esperienze lavorative nel settore dei fitness club? In quale tipo di strutture ha lavorato e con quale ruolo?

Tania Tacconi: “All'interno di fitness club lavoro come istruttrice di attività aerobiche e tonificazione da circa due anni. Nella scuola elementare sto svolgendo attività motoria con gli alunni; inoltre mi occupo di attività motoria con alcuni anziani ospiti di una casa di riposo”

Andrea Capodicasa: “Ho lavorato per circa 4 anni nel settore, precisamente in un centro fitness di 600 mq. Questa struttura disponeva di una sala pesi ben fornita, attrezzata con macchine isotoniche, macchine a cavi, pesi liberi ed ergometri per l'attività di tipo cardiovascolare, di una sala per le attività di gruppo molto ampia, di un piccolo spazio dedicato al solarium e di un ambulatorio per le visite mediche. Inizialmente ho ricoperto l'incarico di istruttore in sala pesi, successivamente mi è stata anche affidata la gestione tecnica del centro.”

Nicole Nadiani: “Una volta diplomata all'ISEF di Urbino nel 2001, ho iniziato a spedire curriculum a destra e sinistra, e i primi posti di lavoro li ho trovati in piscina. Di conseguenza, sono circa 6 anni che appartengo al mondo della piscina e del nuoto, intervallati da piccole apparizioni come insegnante, o meglio, come educatrice, nelle scuole materne ed elementari in seguito ad un progetto della F.I.G.C. Inoltre ho collaborato con Società calcistiche come allenatrice, per i settori giovanili.”

Ritiene che la remunerazione sia soddisfacente e che ci siano possibilità di avanzamento e miglioramento?

Tania Tacconi: “Per quanto riguarda la remunerazione credo sia ancora bassa e non sono molto convinta che ci siano possibilità di miglioramento, in particolare riguardo ad un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.” Andrea Capodicasa: “La remunerazione non era soddisfacente (era basso il compenso orario), ma lavorando anche 12 ore di fila (3 volte a settimana) riuscivo ad ottenere un rimborso discreto.”

Nicole Nadiani: “Come diplomato ISEF o Laureato in Scienze Motorie, la risposta alla prima parte della domanda è no! O meglio, forse la remunerazione oraria potrebbe andare anche bene… ma purtroppo per riuscire ad avere uno stipendio decente occorre fare parecchie ore e, il più delle volte, correre da una struttura all'altra. La conclusione è che ci troviamo a correre a destra e sinistra, lavorando per una remunerazione che poi verrà impiegata per gli spostamenti, per varie assicurazioni personali, corsi di aggiornamento, e previsioni per il futuro (anche perché in molte strutture si lavora senza essere messi in regola o con contratti che non offrono alcun diritto). Sono dell'idea che si scelga questa strada per passione, ma che ci si possa permettere questa scelta fin quando non si ha una famiglia da mantenere... altrimenti è difficile. Però, chi trova la sua strada, il suo settore, specializzandosi, cercando di diventare uno tra i migliori, allora arriva ad avere qualche soddisfazione relativa alla remunerazione, come l'avanzamento... e tutto quello che ne segue.”

Cosa la attrae di più nel lavorare nel settore del fitness?

Tania Tacconi: “La cosa che mi piace di più è la possibilità di contribuire al benessere fisico delle persone e che loro si rendano conto dei risultati che possono ottenere.”

Andrea Capodicasa: “Amo molto questo lavoro perchè, in un contesto di grande serenità, fornisce gli strumenti per aiutare tutte le persone che lo vogliono a stare meglio, a migliorare la qualità della propria vita e quindi ad essere più felici. Questo per me è molto gratificante.”

Nicole Nadiani: “L'ambiente del fitness è sicuramente bello, ma va eliminato tutto quello che c'è di superficiale. Credo che il senso di benessere che può dare l'attività fisica sia fondamentale per ognuno di noi. Sapere di poter far star meglio le persone che ci troviamo di fronte è sicuramente una soddisfazione impareggiabile che ci aiuta ad andare avanti, mettendo la remunerazione in secondo piano. Questo mondo ci permette di essere a contatto continuamente con persone diverse, per le quali talvolta diventiamo un esempio da seguire, e se riusciamo a conquistarle con la nostra professionalità, simpatia, e tutto quello che un istruttore dovrebbe avere, troveremo anche degli amici pronti a sostenerci e a motivarci”

Perché ha deciso di frequentare il master di fitness presso lo Iusm e con quali prospettive?

Tania Tacconi: “Ho deciso di frequentare il master prima di tutto per ampliare il mio percorso formativo, poi perchè spero possa darmi un qualcosa in più nell'ottenere un lavoro stabile.”

Andrea Capodicasa: “Ho deciso di frequentare il master per approfondire tutte le tematiche inerenti il mondo del fitness e specializzarmi quindi nel settore, con la prospettiva di farne la mia professione futura.”

Nicole Nadiani: “La vera motivazione è stata quella personale: volevo sapere di più, in modo da non essere solamente una delle tante, ma diventare una professionista, riuscire ad avere sempre la risposta giusta alle domande che ci vengono poste, anche se non si finisce mai di imparare. Inoltre, spero, alla fine di questo Master, di riuscire a capire veramente se questo mondo mi appartiene o no. È un'esperienza, e come tale farà parte dei miei tesori e delle risorse che mi accompagneranno per tutta la vita”

Quali sono i suoi obiettivi professionali?

Tania Tacconi: “Mi piacerebbe lavorare nella scuola, ma anche dirigere un centro benessere.”

Andrea Capodicasa: “Il mio obiettivo professionale è aprire un piccolo studio di laureato in Scienze Motorie in cui operare in qualità di personal trainer e preparatore atletico.”

Nicole Nadiani: “Fino ad ora ho cercato di fare più esperienze lavorative possibile, in modo da trovare la mia strada. Vorrei aprire un'attività tutta mia, che sia il risultato degli sforzi compiuti in questi anni, ma se devo dire in quale ambito esattamente, proprio non lo so”.

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