24ORE Business School parteciperà a RiminiWel

I carabinieri del Nas di Bologna hanno recentemente eseguito tre ordinanze di arresti domiciliari e perquisizioni a conclusione di una lunga inchiesta sulla commercializzazione di sostanze dopanti, sulla ricettazione e sulla cessione di farmaci a effetto stupefacente. L’indagine, che è durata 19 mesi, è partita dalla segnalazione effettuata nell’estate 2011 da due genitori ultrasettantenni vittime di continue violenze fisiche da parte del figlio trentunenne che, abusando di sostanze anabolizzanti, diventava aggressivo anche tra le mura domestiche.
Due operai bolognesi e un operaio riminese acquistavano gli anabolizzanti (da fornitori non identificati), quindi li cedevano illegalmente ad acquirenti e utilizzatori che gravitavano nel mondo delle palestre e dello sport amatoriale. Sono state sequestrate circa 200 confezioni di prodotti proibiti e pericolosi per la salute e tra i denunciati figura anche un sessantatreenne ligure che si presentava come attivista di una associazione antidoping per poi prescrivere medicinali vietati ad atleti e body builder. È accusato di esercizio abusivo della professione medica. E tra gli indagati, in questo caso per ricettazione, c’è anche un ciclista amatoriale. Per ora non è stato preso alcun provvedimento nei confronti dei centri fitness coinvolti nell’indagine, nei quali lavoravano i due spacciatori.
I carabinieri del Nas di Genova, invece, stanno indagando su quattro genovesi che dopo aver acquistato sostanze dopanti vietate su internet le hanno utilizzate in palestra. Assumevano anabolizzanti che gli esperti definiscono “pericolosissimi”, tra i quali figura il nandrolone. Tra gli indagati sono finiti tre studenti – uno quasi laureato in ingegneria – e un manager assicurativo di 53 anni. Oltre a questi quattro consumatori abituali di sostanze proibite, sono finiti nel mirino delle autorità giudiziarie anche due preparatori atletici accusati di aver avviato i quattro all’uso dei farmaci dopanti.
