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Dieci minuti di attività fisica ad alta intensità al giorno influiscono sul sistema metabolico. E’ la tesi di uno studio pubblicato sulla rivista Circulation della American Heart Association, secondo cui dieci minuti di workout ad alta intensità sono in grado di modificare in modo significativo i livelli di centinaia di metaboliti che circolano nel flusso sanguigno, con effetti benefici che consentono di allungare, potenzialmente, la vita di una persona. Lo studio, che ha visto in prima linea un’equipe della prestigiosa Harvard Medical School, in particolare, ha analizzato gli effetti di 12 minuti di esercizio intenso su un campione di 411 persone di mezza età, estrapolando i dati dal Framingham Heart Study, uno studio clinico del 1948 effettuato su ben tre generazioni. Complessivamente, sono stati monitorati 588 metaboliti del sangue e lo studio ha consentito di evidenziare che anche solo 12 minuti di allenamento intenso sono in grado di modificare l'80% dei valori ematici dei metaboliti analizzati, identificando così potenziali meccanismi che potrebbero contribuire a una migliore comprensione dei benefici cardiometabolici dell'esercizio.
"Si sa molto sugli effetti dell'esercizio sul sistema cardiovascolare e sui meccanismi infiammatori del corpo ma il nostro studio fornisce uno sguardo completo all'impatto metabolico dell'esercizio collegando percorsi metabolici specifici alle variabili di risposta all'esercizio e ai risultati a lungo termine sulla salute", spiega Gregory Lewis, cardiologo e co-autore dello studio. "Quello che ci ha colpito sono stati gli effetti che un breve periodo di esercizio può avere sui livelli circolanti dei metaboliti che governano funzioni corporee chiave come la resistenza all'insulina, lo stress ossidativo, la reattività vascolare, l'infiammazione e la longevità".
Ad esempio, il glutammato, un metabolita chiave legato a malattie cardiache, diabete e diminuzione della longevità, ha registrato una diminuzione del 29%. E il DMGV, un metabolita associato a un aumento del rischio di diabete e malattie del fegato, è diminuito del 18%. Lo studio ha inoltre scoperto che le risposte metaboliche possono essere modulate da fattori diversi dall'esercizio fisico, compreso il sesso di una persona e l'indice di massa corporea, con l'obesità che può conferire una resistenza parziale ai benefici dell’attività motoria.
Che il moto, lo sport, un workout in palestra o una corsa al parco facessero bene, in generale, non è una novità. Ma ciò che lo studio mira a fare, dunque, è agire in maniera indirizzata rispetto al singolo individuo per orientarlo su un percorso più sano in maniera specifica, e non generica: "Stiamo iniziando a comprendere meglio le basi molecolari rispetto a come l'esercizio fisico influisce sul corpo e utilizziamo tale conoscenza per comprendere l'architettura metabolica attorno ai modelli di risposta all'esercizio", spiega il co-primo autore Ravi Shah, cardiologo. "Questo approccio ha il potenziale per individuare le persone che soffrono di pressione alta o di altri fattori di rischio metabolico e indirizzarle su una traiettoria più sana attraverso l’attività fisica".
