Che la ripresa economica dipenda anche dalla salute
La disciplina conosciuta come "street boulder" o "urban climbing", amata dai giovani, ma non solo, è nata e si è diffusa velocemente in numerose città europee già all'inizio degli anni Duemila. Questa forma di arrampicata, che utilizza come parti da scalare ogni tipo di edificio e struttura, sta guadagnando popolarità anche in Italia.
Emersa come attività al limite della legalità, con modalità di aggregazione simili a quelle che caratterizzano i flash mob, è progressivamente "maturata" arrivando a organizzare eventi legali autorizzati e sostenuti dalle autorità. Nel nostro Paese, il primo street boulder contest assolutamente legale si svolse a Genova nel 2008 e oggi numerose città mettono a disposizione di questi arrampicatori urbani appositi spazi per eventi all'insegna dell'intrattenimento, anche e soprattutto per gli spettatori.
Dal punto di vista tecnico, questa disciplina porta la tecnica dell'alpinismo sulle pareti metropolitane, puntando anche sulla spettacolarizzazione. La sfida è riuscire a raggiungere la vetta sfruttando gli appigli offerti dalla struttura.
Questa versione cittadina dell'alpinismo potrebbe influenzare il mondo del fitness favorendo la nascita di nuove attività funzionali.