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La decisione presa con l’ultimo DPCM riguardo a palestre e piscine, e di fatto rinviata alla prossima settimana, ha creato una frattura all’interno del Comitato Tecnico Scientifico, segno – commenta Fiorenza Sarzanini nell’articolo pubblicato oggi nel Corriere della Sera – “di un problema più serio: la divisione tra chi vuole massimo rigore e chi ritiene che non sia ancora il momento di fermare le attività.”
Contrari alla chiusura, oltre al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il collega degli Affari regionali, Francesco Boccia, e dell’Agricoltura, Teresa Bellanova; decisamente favorevoli alla serrata di palestre e piscine il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e dei Beni culturali, Dario Franceschini.
Il retroscena della Sarzanini fa luce su una seduta animata da posizioni conflittuali che neppure il fronte degli esperti della salute, anch’esso diviso, ha saputo sanare. Questo si traduce in un documento, quello consegnato al Governo, che sancisce l’impossibilità di trovare una posizione univoca. Pur ribadendo «l’importanza dell’attività fisica come determinante di salute», il parere finale mette in evidenza i rischi di spogliatoi e docce e «dell’attività fisica aerobica svolta in ambiente chiuso senza l’utilizzo della mascherina».
Il seguito è noto a tutti gli operatori del settore.
