Cristiano Ronaldo, noto anche per il suo stile di vita incentrato sull’efficienza fi
I defibrillatori esterni automatici, resi obbligatori per legge nei luoghi dove si fa sport a partire dallo scorso 1 luglio, salvano la vita in 14 casi di attacco cardiaco su 15. È quanto emerge dai risultati dello studio 'Progetto Vita', presentati al recente convegno europeo di cardiologia di Barcellona da Daniela Aschieri, cardiologa e responsabile della ricerca, e da Diego Penela, cardiologo dell’ospedale di Piacenza. Secondo la ricerca, condotta su un arco temporale di 18 anni, su 15 persone colpite da arresto cardiaco mentre praticavano sport a livello amatoriale a Piacenza, in centri dotati di Aed, ben 14 sono state salvate.
Questo perché, spiega Panela, “la morte cardiaca improvvisa è una causa principale di decesso in Europa, e colpisce ogni anno oltre 300.000 persone”, e in caso di episodi simili, “le possibilità di sopravvivenza diminuiscono di minuto in minuto mano a mano che la defibrillazione non viene eseguita”. Avere a disposizione un defibrillatore automatico esterno, quindi, sottolineano gli esperti, “fa la differenza”.
Nello specifico, Progetto Vita ha valutato l’impatto dell’acquisto di AED da parte di centri sportivi amatoriali sulla sopravvivenza da arresto cardiaco improvviso, includendo nella ricerca 252 centri sportivi situati nella provincia di Piacenza. Di questi, un totale di 207 (82%) centri sportivi amatoriali ha acquisito un defibrillatore durante il periodo esaminato dai ricercatori, mentre 45 (18%) non lo hanno fatto. Durante i 18 anni oggetto dell’indagine, 26 arresti cardiaci improvvisi si sono verificati in centri sportivi dilettanti”, di cui 15 (58%) in centri già dotati dello strumento salva vita.
“La presenza di un defibrillatore – sottolineano i cardiologi – ha fatto sì che, su 15 pazienti che hanno subito un arresto cardiaco nei centri dotati di AED, ben 14 sopravvivessero, senza subire danni neurologici”. In pratica, spiegano i cardiologi, la sopravvivenza ha raggiunto il 93%, contro il 9% registrato dai centri sprovvisti di defibrillatore”. I sopravvissuti all’arresto senza danni neurologici, su 11 episodi cardiaci avvenuti nei centri senza defibrillatore, infatti, sono stati invece il 9%.
I defibrillatori, peraltro, sottolineano gli esperti, possono essere utilizzati da personale medico di emergenza ma anche da persone non addestrate. “Quindi è bene ricordarlo: rispettare la legge può salvare delle vite. E più è vicino lo strumento al luogo dove si trova la persona colpita da attacco cardiaco, più aumenta la probabilità di sopravvivenza”.