Il 28 settembre scorso il Consiglio dei Ministri del Governo Draghi ha approvato la riforma dello sport, un traguardo tagliato in zona Cesarini, quando non ce lo si aspettava più. Si tratta, come noto, del decreto legislativo correttivo del precedente decreto del 26 febbraio 2021, n. 36, inerente il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici e il lavoro sportivo.
Una volta tanto, il buon senso ha prevalso su rinvii e burocrazia e, come ha sottolineato Giampaolo Duregon (nella foto), presidente di ANIF Eurowellness, questa riforma tutela sia gli imprenditori, sia i lavoratori del settore, ossia istruttori, tecnici e sportivi dilettanti: «ANIF – ha ricordato con comprensibile soddisfazione Duregon – ha condotto un’incessante azione per far sì che venisse approvata una riforma che porterà sviluppo al nostro settore. È il risultato del lavoro di tante persone e vorrei ringraziare, a nome di ANIF, tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla sua realizzazione e approvazione, dal Presidente Draghi, che aveva approvato la riforma il 26 febbraio 2021, ai Sottosegretari Giorgetti e Vezzali e al Ministro Spadafora, passando per Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, i Capi Dipartimento Pierro e Sciscioli, gli avvocati Guido Martinelli, Lina Musumarra e il dottor Marco Perciballi, componenti del tavolo tecnico del Dipartimento dello sport, così come i politici dei vari schieramenti, in primis la Senatrice Daniela Sbrollini e l’Onorevole Paolo Barelli, il Vice Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro Dario Simeoli e il Presidente del Centro Sportivo Italiano, Vittorio Bosio. Pur non essendo esattamente il testo che avevamo proposto in fase emendativa, il decreto approvato rappresenta una legge che prevede misure utili e sostenibili per i centri sportivi italiani».
Duregon ha inoltre ricordato, in una recente chiacchierata con la rivista Il Nuovo Club, che già cinque anni fa ANIF aveva formulato la legge pubblicata da Daniela Sbrollini (approvata il 17 dicembre 2017 e riguardante anche i contributi dei collaboratori sportivi), poi abrogata da Giorgetti a luglio 2019. ANIF non si è scoraggiata e ha continuato a partecipare a incontri e audizioni con le istituzioni competenti, presentando e ripresentando numerosi emendamenti che, dopo un lungo e complesso percorso (noto agli operatori del settore e che per ovvie ragioni non riproponiamo qui), sono stati inseriti nella riforma, eccezion fatta per uno, quello riguardante le co.co.co sportive per istruttori e receptionist, lavoro considerato autonomo e che, come tale, non può superare il tetto delle 18 ore settimanali. A tale proposito, Duregon ha ricordato che con il prossimo decreto Milleproroghe potrebbero diventare 25, sottolineando inoltre che la particolarità del nostro settore richiede il tempo determinato, innanzitutto in ragione del lavoro stagionale e del fatto che molti addetti lavorino in più centri. Ha infine definito questa riforma una “svolta epocale”, auspicando che il settore lo capisca: «Ora la normativa è legge – ha concluso – e dunque non più contestabile, ponendo fine ai contenziosi. Al di là dell’emergenza “caro bollette”, che come ben sappiamo crea grandi difficoltà, il settore ha finalmente una legge su cui fare riferimento».