Il delicato momento del settore: la parola a Gianfranco Mazzia

Corso di fitness
Autore: 
Redazione
Martedì, Luglio 21, 2020
Il direttore di ANIF - Eurowellness fa il punto sul delicato momento che stanno vivendo fitness club e centri sportivi che, nonostante le difficoltà, danno confortanti segni di vita.

ANIF - Eurowellness continua a monitorare l’andamento delle frequenze nei club successive al lockdown, osservando così la popolazione italiana che pratica attività sportiva all’interno dei 650 centri sportivi affiliati.

«Dopo i assolutamente negativi rilevati in prossimità della riapertura degli impianti – spiega Gianfranco Mazzia, Direttore ANIF –  a fine giugno si è cominciato a intravvedere qualche segnale confortante: la frequenza dei praticanti (espressa in percentuale sul totale degli iscritti) è sensibilmente cresciuta nel giro di qualche settimana, passando i dal 30/40% al 70/80%. La voglia di fare sport sta in sostanza sconfiggendo la paura nei confronti di un nemico sconosciuto, e per questo tanto temuto, che dal mese di marzo ha diffuso un certo panico nella popolazione italiana. Un risultato confortante frutto del grande lavoro svolto in questo periodo dai gestori di fitness club e centri sportivi nel coniugare l’esigenza di riaccendere i motori dell’attività fisica con la sicurezza. Non era facile, perché il crollo della domanda di sport causata dall’emergenza sanitaria hanno fatto sprofondare i centri sportivi e le palestre in una drammatica crisi di liquidità: le mancate entrate derivanti dalle quote di frequenza dei praticanti non hanno consentito infatti di coprire le spese fisse. Da un giorno all’altro – prosegue Mazzia – è stata compromessa la sopravvivenza stessa di non poche società e associazioni, in special modo quelle poco strutturate dal punto di vista patrimoniale, che in realtà rappresentano il tessuto connettivo del sistema sportivo dilettantistico». Mazzia prosegue facendo sapere che da un’indagine statistica condotta dalla IFO (International Fitness Observatory) su un campione di otre 6.700 club di tutta Italia, è emerso che il settore è composto in maggioranza (60%) da piccoli-medi centri, ben  il 28%  da piccoli studi di yoga, Pilates ecc. e il 12% dai centri di grandi dimensioni (oltre i 2.000 metri quadrati). «Questo quadro di riferimento – commenta Mazzia – ci consente di valutare i danni rilevanti subiti dal settore nel suo complesso a causa di questa grande crisi socio-sanitaria ed economica, senza dubbio la più grande del dopoguerra».

 

Gianfranco Mazzia

Gianfranco Mazzia

 

Il Direttore ANIF ha inoltre ricordato che per far fronte agli effetti negativi della pandemia il Presidente di ANIF, Giampaolo Duregon, ha speso tutte le sue energie per sostenere le istanze dei centri sportivi presso le Istituzioni di riferimento (Ministero della Finanze, Ministero dello Sport e Ministero del Lavoro), e che sotto questa determinante spinta il Governo ha adottato alcuni provvedimenti legislativi, in particolare i Decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio che hanno consentito al settore di non sprofondare in un baratro senza via d’uscita. «Le misure hanno – ricorda Mazzia – hanno riguardato cassa integrazione per i dipendenti; bonus 600 euro al mese per i  collaboratori sportivi; voucher riservati ai frequentatori per recuperare l’attività sportiva non svolta durante la chiusura impianti; accesso al Credito Sportivo e ai fondi di garanzia; slittamento ratei mutui, bollette, contributi previdenziali, IRES, IRAP, IVA; riduzione del 50% dei canoni degli affitti privati e recupero con il credito d’imposta del 60% dei canoni d’affitto».

Dopo questa vitale boccata di ossigeno, gli operatori del settore si sono rimboccati le maniche riprendendo, con grande senso di responsabilità, le loro attività, sapendo che il traguardo da raggiungere, in termini di fatturato/corrispettivi e di iscritti registrati nel 2019, è ancora lontano.

«I frequentatori – aggiunge Mazzia – hanno risposto positivamente all’appello lanciato dai centri sportivi, ma va anche considerato che alla crisi ancora in atto si è aggiunto il consueto calo fisiologico della domanda che si registra nel periodo estivo, in particolare per le attività indoor svolte nelle palestre. Per fare il punto della situazione economica si dovrà necessariamente attendere il periodo settembre-ottobre. Al momento ci può solo consolare il fatto che la popolazione sportivamente attiva nel giro di poche settimane abbia dato una risposta positiva».

Gianfranco Mazzia conclude rivolgendosi al Governo per sottolineare che non può limitarsi a prendere in considerazione i nuovi emendamenti proposti da ANIF a sostegno del settore: « In questa fase, l’esecutivo dovrebbe anche rimuovere, per quanto possibile, gli ostacoli burocratici affinché l’auspicata efficacia delle misure che verranno adottate sul piano finanziario nella conversione in Legge del Decreto Rilancio non sia compromessa dalla dilatazione dei tempi di attuazione. Bisogna infatti tener conto – ha concluso – che la sopravvivenza di molti centri ha tempi molto ristretti».

 

 

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