Covid, dal Cts il no alla riapertura di palestre e piscine

Covid, dal Cts il no alla riapertura di palestre e piscine
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A cura della Redazione
Mercoledì, Febbraio 24, 2021
Secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico la riapertura delle palestre, dei centri sportivi e delle piscine dovrebbe avvenire solo quando il numero di contagi sarà sceso sotto la soglia di guardia. Dunque, non il 5 marzo.

Con la variante inglese che preoccupa per via della sua alta contagiosità, il Governo pare propenso a imboccare la via della prudenza indicata dal Cts, per quanto riguarda la riapertura di palestre, centri sportivi e piscine. E così si allontana ancora la data tanto attesa da migliaia di strutture lungo tutta la Penisola. Secondo gli esperti, interpellati dal governo, sarebbe bene riaprire palestre, piscine e centri sportivi solo quando il numero dei contagi scenderà sotto la soglia di guardia di 50 casi per 100mila abitanti, lo scenario ‘Fascia Bianca’ che per il momento nessuna regione ha ancora raggiunto.

Il problema, in sé, secondo gli esperti non sarebbero le palestre o le piscine aperte, ma fattori come gli assembramenti che si possono verificare al di fuori delle strutture, fattore che da mesi costa la chiusura/riapertura/chiusura a cena/riapertura con orario ristretto e così via per bar e ristoranti. Del resto, la contagiosità della variante inglese del Covid è più elevata: i numeri parlano di una trasmissibilità superiore stimata del 50% rispetto al ceppo non mutato di coronavirus e le previsioni dicono che potrebbe diventare prevalente – quindi la forma di coronavirus più diffusa - già entro la metà di marzo.

Per il Cts, quindi, non è il momento di allentare le restrizioni e anzi, nonostante la raffica di appelli giunti un po’ da tutte le parti, tra ministeri, politici e categorie produttive, ieri ha ribadito il suo no a tutte le istanze sul tavolo, dall’apertura di palestre e piscine, nemmeno per lezioni individuali o riabilitazione, ai corsi per bambini.

Anzi, se spettasse al Cts decidere – e non al governo Draghi - il Dpcm in scadenza il 5 marzo verrebbe riconfermato fino a Pasqua. Secondo i tecnici, infatti, il sistema a fasce colorate, messo in discussione in questi giorni in primis dalle Regioni, ha funzionato e intervenire tempestivamente è sufficiente a contenere il contagi.

Spetterà al nuovo Governo decidere. L’ipotesi più probabile, al momento, è che il premier vari un nuovo decreto già nei prossimi giorni, quindi molto in anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo, così da permettere a tutti di organizzarsi alla luce delle nuove regole, che non dovrebbero cambiare troppo da quelle attuali.

 

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