Il decreto del Ministero dell'Interno del 13 agos
Non tutti gli iscritti a un fitness club sono a loro agio nell’utilizzare gli attrezzi di cui è dotato, specialmente se neofiti o frequentatori saltuari. E questo disagio è spesso amplificato dalla sensazione di essere circondati da persone molto più in forma e apparentemente perfettamente integrate in questo ambiente. Tali imbarazzi allontanano ulteriormente chi è già intimorito dalla palestra o non è particolarmente motivato a frequentarla.
Virgin Active ha studiato questo fenomeno, definito “gymtimidation”, per comprenderne l’effetto su una grande fetta dei propri potenziali clienti. Lo ha fatto intervistando 2.000 cittadini britannici, scoprendo che il 26% evita i fitness club perché non si sente abbastanza sicuro di sé nell’utilizzare le attrezzature e teme che non nessuno lo aiuti in tal senso.
Un’altra preoccupazione che tiene molte persone lontane dai club è legata all’adeguatezza del proprio abbigliamento tecnico, ovvero il timore di apparire fuori luogo e sentirsi un “dilettante” in mezzo a “professionisti”. Non c’è dunque da stupirsi che quasi l’87% della popolazione adulta del Regno Unito non sia ancora iscritta a un club.
Tuttavia, da qualche anno a questa parte, il numero di adulti britannici che sottoscrive un abbonamento a un centro fitness sta lentamente crescendo anche, e soprattutto, a causa dei centri low cost che, grazie anche alla recessione, sono cresciuti velocemente. Per queste strutture, che inevitabilmente riducono al minimo i membri dello staff coerentemente con il loro modello di business incentrato su prezzi stracciati, risulta difficile affrontare la preoccupazione dei soci – evidenziata dal sondaggio condotto da Virgin Active – circa l’assistenza fornita dallo staff.
Questa ricerca ha il merito di aver fatto luce su alcune barriere che allontanano molti potenziali utenti dai club, fornendo agli operatori del settore alcune indicazioni preziose circa l’erogazione del proprio servizio.