Il sempre maggiore successo riscosso dai parchi calistenici, progettati per esercizi a pesi liberi, yoga e allenamenti di gruppo, riflette il crescente desiderio di c
L'attività fisica fa bene alla salute: è una frase che abbiamo sentito spesso ripetere e che spesso abbiamo ripetuto, enunciandone con dovizia di particolari - generalmente dati - tutti i favorevoli risvolti, sia dal punto di vista sanitario, sia per quanto concerne il benessere mentale, sia in generale per illustrarne i benefici sul quotidiano. In effetti, tuttavia, questo assunto non vale solo per la salute del singolo individuo o, in generale, per la popolazione di un determinato Paese. Anche lo Stato - e dunque, indirettamente i cittadini che lo sostengono pagando le tasse - trae grande giovamento da una popolazione attiva, e subisce, all'opposto, gli effetti negativi della sedentarietà. Lo evidenzia lo studio pilota “Prevention and Enablement Model” (PEM), realizzato nel Regno Unito dalla University of Essex, dalla University of Suffolk e da State of Life, che nel corso di due anni è riuscito a evidenziare l’impatto socio-economico dell’attività fisica, come mezzo fondamentale nella riduzione del peso economico sui servizi sanitari e delle disuguaglianze sanitarie.
Gli esiti della ricerca, pubblicata da Sport e Salute, società dello Stato che promuove lo sport e i corretti stili di vita, riassumono i risultati del modello di prevenzione e promozione dello sport svoltosi tra agosto 2020 e agosto 2022, che ha coinvolto oltre 900 utenti e registrato 800 presenze al mese. Le sessioni successive hanno registrato circa 150 presenze al mese. Come risultato, gli utenti hanno riportato benefici in termini di salute, benessere, fiducia, abilità e autonomia.
Il progetto, in particolare, ha integrato l’attività fisica nella vita di persone con disabilità e/o problemi di salute a lungo termine e ha dimostrato un impatto economico in termini di valore sociale di £58,72 per ogni sterlina investita.
Il programma è stato organizzato in quattro flussi di lavoro:
-
case di cura, attraverso l’introduzione dell’attività fisica tra la popolazione residente;
-
partenariati diffusi nel territorio, attraverso sessioni sportive nei centri ricreativi;
-
attività fisica integrata nella terapia occupazionale (una professione sanitaria della riabilitazione che attraverso l’occupazione promuove la salute e il benessere);
-
l’inserimento nei centri ricreativi di sessioni di forza ed equilibrio.
Studiare l'impatto dell'attività fisica sullo Stato, quali sono i vantaggi
Affrontare la sedentarietà è una priorità di salute pubblica globale, anche in Inghilterra, dove il 61,4% degli adulti svolge 150 minuti o più di attività fisica di intensità moderata a settimana e nell’Essex il 59,3% (dati Active Lives 2020/21 di Sport England). Inoltre, alcuni gruppi di persone esibiscono una maggiore prevalenza di sedentarietà, ad esempio gli individui con disabilità e/o problemi di salute a lungo termine.
Si calcola che il peggioramento delle condizioni di salute dovuto alla sedentarietà e l’aumento delle disuguaglianze sanitarie generi, in tutta l’Inghilterra, un costo di 800 milioni di sterline per il sistema sanitario nazionale (dati 2016/17). Gli studi attestano inoltre che il dato mediano relativo al ritorno di investimento per la sanità pubblica è di 14 sterline ogni sterlina investita.
Il gruppo di valutazione dell’Università dell’Essex ha quindi attinto all’ampia letteratura esistente per individuare le dieci aree di intervento per contrastare la sedentarietà.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - ricorda Sport e Salute - ha sottolineato l’importanza di approcci integrati, multisettoriali e basati sul partenariato, insieme ad altre linee guida come l’emancipazione delle persone e delle comunità, l’adattabilità dei programmi di attività fisica e l’uso di strategie basate su evidenze scientifiche. Nelle sessioni di formazione con il personale della casa di cura e i terapisti occupazionali, il team PEM ha pertanto collaborato con loro per capire come l’attività fisica potesse essere efficacemente e pragmaticamente integrata nel contesto specifico; questo spesso ha riguardato l’aggiunta di piccoli momenti di attività motoria all’interno della routine quotidiana, in luogo di sessioni di attività fisica più strutturate.