Dall’Association of Pickleball Professionals si viene in
Una recentissima sentenza della Cassazione – la n. 1425, depositata lo scorso 12 gennaio – fa il punto sulla sicurezza di piscine, impianti sportivi, circuiti automobilistici e per il motociclismo, piste da sci, con particolare focus sulle responsabilità dei gestori circa la riduzione di rischio di incidente.
Un caso, in particolare, aveva acceso il dibattito: la morte di un centauro a seguito di una condotta imprevedibile e rischiosa, fuori dal controllo del gestore. La Corte d’appello aveva riconosciuto la pericolosità propria di uno sport come il motocross e che il circuito fosse omologato correttamente, ma aveva imputato al gestore un mancato studio sulla sicurezza dell’impianto, nonostante non fosse obbligatorio. Quest’ultimo punto aveva aperto la questione sui reali oneri e le relative responsabilità. E sempre in questo caso erano state ampiamente rispettate tutte le misure necessarie. La “zona neutra” della curva, ad esempio, che secondo i parametri previsti dalla legge avrebbe dovuto misurare non meno di 100 centimetri, ne misurava 180. Nonostante ciò, il motociclista si è comunque schiantato, non impostando la curva e facendo un balzo che gli è stato letale.
In sostanza, la responsabilità del gestore va contestualizzata in relazione alla pericolosità dell’impianto, tenendo in considerazione eventuali condotte pericolose e imprevedibili da parte dei fruitori. In linea generale, il gestore è tenuto a vigilare sulla regolare organizzazione della attività in base alla disciplina prevista dalle Federazioni sportive e non è senato ritenere che sia tenuto a intervenire con un comportamento attivo che superi le previsioni regolamentari.