Mercato statunitense: 10 anni di crescita

Bandiera statunitense
Martedì, Dicembre 22, 2020
L’ultima edizione dell’Health Club Consumer Report dell’IHRSA fotografa la crescita che il settore ha vissuto dal 2010-2019, fino alla crisi provocata dalla pandemia.

È ancora difficile quantificare le ripercussioni che le chiusure avvenute negli Stati Uniti durante la fase più critica dell’emergenza coronavirus avranno sulle condizioni economiche del settore, ma non vi sono dubbi sul fatto che i danni subìti, tanto dalle persone quanto dalle aziende, siano molto pesanti.

L’edizione 2020 dell’Health Club Consumer Report: Executive Summary, la sintesi dei risultati dello studio con il quale l’IHRSA analizza i comportamenti degli utenti dei club statunitensi, presenta un’interessante analisi della crescita che il settore ha registrato nel corso della decade compresa tra il 2010 e il 2019. E proprio lo scorso anno, il numero di iscritti ai club statunitensi ha stabilito un nuovo record: 64,2 milioni, il 28% in più rispetto al 2010. Cifra di tutto rispetto alla quale vanno aggiunti i 9,5 milioni di non iscritti che nel corso del 2019 hanno utilizzato un club almeno una volta. Complessivamente, dunque, più di 73,6 milioni di statunitensi dai 6 anni in su (circa un quarto della popolazione) nel 2019 hanno visitato un club, un dato dal quale emerge che, nel corso del decennio preso in considerazione, è avvenuta una crescita pari al 27%.

Anche il tasso di frequenza è cresciuto in questo effervescente decennio, passando dai 4,6 miliardi di visite totali del 2010 ai 6,7 miliardi del 2019: un incremento impressionante, pari al 45%. La pandemia, come noto, ha creato enormi difficoltà, impreviste e senza precedenti, ma è importante ricordare che nel corso degli anni il settore ha mostrato straordinarie doti di resilienza, in virtù delle quali si è sempre risollevato dai momenti di crisi, addirittura uscendone più forte di prima. Basti pensare ai drammatici eventi dell’11 settembre 2001, alla grande recessione del 2008-2009, ai numerosi disastri climatici che hanno colpito gli Stati Uniti e altre tragedie.

Prima che la pandemia colpisse duramente anche l’economia, i club statunitensi navigavano a gonfie vele verso il 2020. Rialzarsi dopo questo duro colpo sarà complicato, ma la storica capacità di resistere alle avversità mostrata negli anni dal settore fa ben sperare. Nel 2010, anno a partire dal quale i club hanno continuato a crescere a ritmo sostenuto, il settore era appena riemerso dalla grave recessione del 2008–2009. Nel 2019, anche il tasso di penetrazione ha raggiunto il valore più elevato di sempre: circa il 21,2% degli statunitensi dai 6 anni in su era iscritto a un club, percentuale che sale al 24,3% contando anche gli utenti non iscritti.

Anche il tasso di frequenza, ovvero il numero medio di ingressi, è cresciuto durante il decennio osservato e nel 2019 ha stabilito un nuovo record: 109,5 visite. Nel 2019, 27,3 milioni di iscritti ai club statunitensi (circa il 43% del totale, contro il 42% del 2018) erano “utenti assidui”, che hanno utilizzato il club almeno 100 volte nel corso dell’anno. Dal 2010 il loro numero è cresciuto del 24,1%. Storicamente, la frequenza con la quale i soci utilizzano il club è direttamente proporzionale alla loro fidelizzazione e nel corso del decennio 2010-2019 la durata media dell’appartenenza ai club come iscritti era pari a 4,7 anni.

Questo articolo è solo un piccolo estratto dell'approfondita sintesi dello studio pubblicata nel n. 178 della rivista Il Nuovo Club.

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