Nuovo mondo, nuove opportunità

Grafica mondo futuro
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A cura della Redazione
Venerdì, Settembre 29, 2023
Superato il durissimo biennio pandemico, che ha lasciato segni profondi e cambiato il mondo, il nostro settore ha ora davanti a sé grandi sfide e ancor più grandi opportunità. Mettiamole a fuoco.

Come abbiamo più volte scritto, il difficilissimo biennio 2020-2021, seguito da un 2022 complicato, ha messo il nostro settore di fronte alla prova più dura di sempre. Prova superata dalla maggior parte degli operatori che, ancora una volta, hanno mostrato la loro capacità di resistere e adattarsi al cambiamento. Il mercato ha ripreso quota e velocità, ma in uno scenario nuovo. La pandemia ha lasciato un segno profondo, trasmettendo, urbi et orbi, un messaggio forte e indelebile: la salute è una priorità assoluta perché in sua assenza tutto il perde valore e significato. Una verità che questa la rivista Il Nuovo Club, insieme agli operatori e alle aziende più lungimiranti, predica da sempre, sottolineando che il “prodotto” primario del nostro settore è innanzitutto il benessere e la salute, nelle accezioni più ampie dei termini.

Salute senza confini

Il drammatico e surreale biennio dominato dall’emergenza coronavirus ha diffuso la consapevolezza di quanto sia importante star bene, socializzare e stare all’aria aperta. Ciò che prima si dava per scontato, oggi, dopo aver sperimentato il prolungato isolamento domestico associato allo smart working e alla DAD, sono priorità per la maggior parte delle persone. Ora gli italiani attribuiscono un valore maggiore all’esperienza vissuta all’aria aperta, in uno spazio verde, attrezzato o meno, pubblico, privato o estensione della propria abitazione. Durante l’emergenza sanitaria, quasi tutti gli operatori hanno necessariamente puntato sul fitness digitale, in diretta streaming e on demand, e molti hanno optato per l’allenamento svolto all’aria aperta, allargando così il proprio raggio d’azione, creando, e al tempo stesso soddisfacendo, un nuovo bisogno di stare all’aperto.

E questo fenomeno, che va a inserirsi in un fenomeno ben più ampio (universale, urgentissimo e complesso) come la transizione ecologica, che tocca ogni ambito della vita quotidiana di tutti, interessa anche la vita pubblica e, dunque coinvolge le istituzioni. Oggi si osserva un maggiore impegno pubblico nei confronti della rigenerazione urbana finalizzata alla salute e al benessere nelle città, così come verso la promozione dell’attività fisica e la lotta alla sedentarietà. È in atto una sorta di “rinascimento culturale” proiettato, almeno sul piano programmatico e delle buone intenzioni, verso un benessere psicofisico diffuso e in armonia con l’ambiente, dunque sostenibile ed ecocompatibile. E in questo contesto viene riconosciuto il valore educativo, sociale ed economico (innanzitutto in termini di riduzione degli insostenibili costi dalla sanità pubblica) dell’attività fisica spontanea, dell’esercizio fisico e dello sport.

La recente modifica dell’articolo 33 della Costituzione italiana – che ora recita “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività Sportiva in tutte le sue forme” – è un segnale emblematico di questo rinnovamento culturale.

 

Sedentario

 

Lotta alla sedentarietà: una sfida per tutti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato, il 25 novembre 2020, in piena pandemia, le nuove linee guida su attività fisica e sedentarietà che aggiornano, e in parte sostituiscono, le precedenti raccomandazioni risalenti al 2010. Tutto questo nell’ambito del Piano d’azione globale OMS sull'attività fisica 2018-2030, il cui fine è fornire a decisori politici e stakeholder di diversi settori (salute, istruzione, lavoro, comunità) indicazioni chiare e scientificamente validate sull’attività fisica da praticare e sui comportamenti sedentari da limitare, prevedendo lo sviluppo di interventi specifici per i singoli contesti. Alla fine del 2021, precisamente nel mese di novembre, le linee guida dell’OMS su attività fisica e sedentarietà sono state recepite, con apposite raccomandazioni, dal Ministero della Salute.

Il 19 settembre 2022 è stata pubblicata l’edizione 2022, aggiornata, di Eurobarometro sullo sport, frutto dello studio con il quale la Commissione Europea fotografa lo stato dell’arte della pratica sportiva nei vari paesi UE, per la prima volta nell’era post restrizioni da Covid-19. Ha reso noto che il 38% degli europei fa sport e attività fisica almeno una volta alla settimana, il 17% meno di una volta alla settimana e il 45% non pratica mai una disciplina sportiva e una qualche forma di attività fisica. Per quanto concerne l’Italia, il 3% degli intervistati ha fatto sapere di svolgere attività sportiva regolarmente (6% la media UE), il 31% di farlo con una certa regolarità, il 10% raramente, mentre il 56% ha dichiarato di non pratica mai attività sportiva (45% la media europea). Il 28% ha invece dichiarato di praticare con una certa regolarità altre forme di attività fisica, come andare in bicicletta, ballare e fare giardinaggio. Complessivamente, l'Eurobarometro mostra che a svolgere attività fisica e sportiva con una certa costanza sono soprattutto i giovanissimi di età compresa tra i 15 e i 24 anni (54% del campione sondato, percentuale che diminuisce con l’avanzare dell’età). Il dato incoraggiante risiede nel fatto che circa la metà degli intervistati ha manifestato la volontà di svolgere attività fisica e sportiva all’aperto, seguita dall’intenzione di svolgerla nella propria abitazione (16% in Italia).

Step up! Tackling the burden of insufficient physical activity in Europe”, letteralmente “Fatti avanti! Contrastare il problema dell’insufficiente attività fisica in Europa”, è il titolo del rapporto pubblicato a febbraio 2023 dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), con il supporto economico dell’Unione Europea (UE). Spiega come migliaia di decessi prematuri potrebbero essere evitati, e contestualmente ridotta la spesa sanitaria, aumentando la pratica di attività fisica fino a raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS. Nei Paesi UE, è bene ricordarlo, la sedentarietà è un problema diffuso: secondo i dati dell’ultima indagine condotta da Eurobarometro, poc’anzi menzionati, il 45% delle persone intervistate ha dichiarato di non praticare mai esercizio fisico o sport e una persona su tre di non raggiungere livelli sufficienti di attività fisica. Si stima che questo comportamento contribuisca all’insorgenza di milioni di casi di malattie croniche non trasmissibili (sinteticamente MCNT) che hanno una ricaduta sulla salute delle persone e gravano sui sistemi sanitari. Il rapporto OMS/OCSE sottolinea inoltre che se la popolazione dell’Unione Europea raggiungesse i livelli minimi raccomandati di attività fisica, si potrebbero prevenire più di 10.000 decessi prematuri ogni anno ed entro il 2050 evitare 11,5 milioni di nuovi casi di MCNT, tra cui 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 3,5 milioni di casi di depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400.000 casi di diversi tipi di cancro. Inoltre, raggiungere l’obiettivo di 300 minuti di attività fisica a settimana eviterebbe altri 16 milioni di casi di MCNT.

Che fare, dunque, per modificare questo preoccupante scenario? Lo svolgimento di attività fisica è un comportamento complesso, ma esiste un’ampia gamma di soluzioni per facilitarne l’adozione in tutti i gruppi di popolazione, ovvero programmi specifici nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nel sistema sanitario, politiche per aumentare l’accesso alle strutture sportive, politiche di progettazione urbana, ambientale e dei trasporti e interventi di comunicazione e informazione. Politiche di questo tipo avrebbero ovviamente un impatto positivo sulla spesa sanitaria, facendo risparmiare agli stati membri dell’UE, in media, lo 0,6% del loro budget totale per l’assistenza sanitaria.

 

Medico con paziente

 

Passi avanti anche in Italia

Coerentemente con le raccomandazioni dell’OMS e le informazioni diffuse da Eurobarometro 2022, l’Italia ha inserito lo sport tra i valori riconosciuti nella Costituzione. Un riconoscimento che attribuisce ai benefici dello sport – nell’accezione più ampia del termine, dunque comprendente anche attività fisica ed esercizio fisico – un valore costituzionale. Un nuovo comma nell’articolo 33 della Costituzione (riguardante il diritto all’istruzione e l’importanza di un’istruzione libera) che recita così “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva”.

«Si sta lavorando alla definizione di un Programma Nazionale di Promozione dell'attività fisica che comprende anche la definizione delle modalità di prescrizione dell'esercizio fisico e di erogazione sul territorio nazionale» ha annunciato lo scorso marzo il ministro della Salute Orazio Schillaci nel corso del suo intervento al Ministero in occasione della presentazione della Giornata Mondiale dell’obesità, precisando che lo strumento potrebbe essere quello dei LEA, ovvero i Livelli Essenziali di Assistenza, consistenti nelle prestazioni e nei servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, rendendoli una prestazione “esigibile”.

«In conformità alle ultime Linee di indirizzo sull'attività fisica adottate con Accordo Stato-Regioni il 3 novembre 2021 – ha chiarito Schillaci – stiamo lavorando alla definizione di un Programma Nazionale di Promozione dell'attività fisica che comprenda anche la definizione delle modalità di prescrizione dell'esercizio fisico e di erogazione sul territorio nazionale, tenendo anche conto delle previsioni di definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza che include la promozione dell'attività fisica quale “prestazione esigibile”. Ci troviamo di fronte a una sfida importante, da affrontare insieme e la chiave di volta è la prevenzione, incoraggiando l'adozione di stili di vita salutari, a partire da una corretta e sana alimentazione e dal contrasto alla sedentarietà.

Il Ministero della Salute – ha aggiunto – è impegnato in strategie nazionali, con un ruolo attivo delle Regioni, in coerenza con gli obiettivi del Programma Guadagnare Salute (programma nazionale approvato dal Governo con Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2007, in accordo con Regioni e Province autonome, il cui obiettivo primario è agire in modo integrato e coordinato per contrastare i quattro principali fattori di rischio, ovvero fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica, ndr) e del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025».

La strategia del Piano nazionale della Prevenzione per ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie croniche non trasmissibili si basa sulla promozione di corretti stili di vita nella popolazione e nei soggetti a rischio e su linee strategiche di intervento che tutte le Regioni devono perseguire nei Piani Regionali della Prevenzione per contrastare l'obesità e il sovrappeso, ridurre il tasso di sedentarietà, favorire un maggior consumo di frutta e verdura... e via dicendo. Una strategia articolata la cui efficacia, nel promuovere l'adozione di stili di vita sani da parte di bambini, adulti e anziani, sarebbe favorita dal supporto dei medici di famiglia e dei pediatri.

Nell'ambito del programma nazionale Guadagnare Salute, approvato dal Governo, l'Istituto Superiore di Sanità chiarisce che la pratica dell’attività fisica è influenzata da una serie di complessi fattori di natura sociale, economica e culturale. A livello personale, è influenzata dal grado di motivazione, dalla consapevolezza dei benefici, dalla disposizione psicologica più o meno favorevole a svolgerla e dalla convinzione di non avere tempo libero per questa attività (convinzione spesso più percepita che reale). Tra i più forti condizionamenti sociali spicca invece lo stile di vita sedentario, tra le cui cause figurano la diminuzione delle attività domestiche e nuove modalità lavorative che riguardano larghi strati della popolazione. Anche le condizioni dell’ambiente urbano possono influenzare, positivamente o negativamente, lo svolgimento di attività fisica. La pianificazione urbana può ad esempio promuovere l’adozione di comportamenti salutari attraverso l’investimento nel trasporto attivo e la progettazione di aree che incoraggino l’attività fisica. Altri fattori sociali significativi sono il grado di educazione e il reddito. Una difficile situazione socio-economica si traduce generalmente in uno svantaggio in cui entrano in gioco diversi aspetti: la minore disponibilità di tempo libero e il minor accesso alle strutture dedicate, nonché la vita in ambienti con poche opportunità per svolgere attività motoria e la percezione dello sport come un lusso e non come una necessità. Alcune categorie sono dunque particolarmente penalizzate, come le fasce della popolazione più giovane e più anziana, i disabili, le famiglie con gravi difficoltà socio-economiche, i migranti, le minoranze etniche e le donne. Per tutti questi aspetti si registrano disparità fra nazioni, così come all’interno di ciascun paese.

 

Parco urbano

 

Salute e benessere nelle città

Il protocollo d’intesa per il benessere psicofisico nelle città è stato firmato il 16 marzo 2022 nella sede nazionale dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) da: Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, Sport, Salute e Benessere in ambito urbano, rappresentato dall’Onorevole Daniela Sbrollini e dall’Onorevole Mario Occhiuto; C14+, Osservatorio permanente sui determinanti di salute nelle 14 Città Metropolitane e nelle maggiori città italiane il cui obiettivo è aggregare competenze, trasversali e multidisciplinari, a livello locale, coinvolgendo comuni, università, aziende sanitarie, istituti di ricerca e/o altri partner istituzionali, pubblici o privati, al fine di produrre analisi specifiche del territorio di competenza e consentire ai decisori di attivare soluzioni migliorative per la salute e il benessere nei contesti urbani più densamente popolati e antropizzati. C14+ realizzerà eventi e report per attivare il confronto sui temi espressi dai dieci punti del Manifesto Salute nelle città: bene comune); Health City Institute, think tank indipendente, apartitico e no profit nato come risposta civica all’urgente necessità di studiare i determinanti della salute nelle città. È costituito da un gruppo di professionisti, distintisi nel proprio campo di appartenenza, che lavorano a titolo puramente personale e pro bono per elaborare proposte attuali, fattive e d’impatto, nonché per individuare le priorità sulle quali agire in tema di salute nelle città; Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.

Obiettivo dell’accordo è unire risorse e competenze per promuovere e tutelare le esigenze di salute pubblica e benessere collettivo espresse dalle città. Si stima che nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% della popolazione globale: in Italia il 37% della popolazione risiede nelle 14 città metropolitane e il tema della salute urbana sta diventando una priorità di azione da parte dei sindaci.

ANCI, Università Sapienza di Roma ed Health City Institute, con il sostegno del Ministero per le politiche giovanili, a ottobre 2020 firmarono un protocollo d’intesa per l’istituzione di percorsi di formazione per l’health city manager, la nuova figura manageriale che deve essere in grado di garantire la salute e il benessere nelle città, in sinergia con le amministrazioni locali.

«La tutela della salute – ha detto il Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio – assume sempre più una valenza interdisciplinare che si interseca fortemente con i problemi delle città, del territorio, dell’economia. È una tematica sulla quale convergono le competenze di una miriade di specialisti, dagli operatori della salute in senso stretto, a economisti, architetti, urbanisti e ambientalisti. Da qui l’idea di trovare una sintesi e costruire un percorso universitario grazie alla sinergia con ANCI e HCI, per formare un professionista della salute nel terzo millennio, un health city manager che abbia una visione tridimensionale e interdisciplinare della città. La Sapienza vuole impegnarsi con tutte le competenze della più grande università d’Europa al servizio di questa tematica, in modo da formare una nuova classe che abbia una visione complessiva dello sviluppo e del benessere delle città e dei suoi cittadini».

«Salute come bene comune e come opportunità per tutti i cittadini – ha sottolineato Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute –. Il Covid ha accentuato nel nostro Paese il wellness gap: dobbiamo realizzare un grande progetto in grado di promuovere lo sport e corretti stili di vita soprattutto nelle periferie e tra le categorie più fragili della popolazione, mettendo anche la tecnologia al servizio dello sport». Il percorso formativo si focalizzerà sui temi legati alla prevenzione attraverso la diffusione di corretti stili di vita e l’analisi dell’impatto sociale e psicologico dell’ambiente urbano sulla qualità della vita, guardando al dialogo politico-amministrativo per supportare le decisioni tra i diversi livelli istituzionali.

«Abbiamo creato – ha spiegato il professor Andrea Lenzi, presidente di Health City Institute – un ordinamento didattico adatto a creare una figura professionale di cui i Comuni hanno bisogno in questo momento. L’obiettivo è preparare uno strumento per il decisore politico: l’health city manager sarà un professionista, in staff con il sindaco, in grado di fare da tessuto connettivo tra i diversi componenti dell’amministrazione e della città».

Poiché il ruolo delle città nella promozione della salute sarà dunque sempre più strategico nei prossimi decenni, per la nuova figura professionale dell’Health city manager l’Università Sapienza di Roma, HCI e ANCI hanno adottato un core curriculum, validato da un gruppo di esperti nazionali e internazionali. Verranno attivati tre corsi di formazione, in tre città metropolitane italiane, della durata di 80 ore ai quali sarà ammesso un numero massimo di 40 giovani under 35, da selezionare attraverso specifici bandi. I giovani formati saranno quindi chiamati a definire e a realizzare, grazie a borse-lavoro e a borse di studio dedicate, progetti su Comuni specifici al fine di generare un impatto immediato sui territori. Tra i temi affrontati nei corsi figura la prevenzione, attraverso l’adozione di corretti stili di vita, di malattie tipiche degli ambiti cittadini, l’impatto sociale e psicologico dell’ambiente urbano sulla qualità di vita, l’architettura della città (urbanistica e pianificazione territoriale) e capacità di dialogo politico-amministrativo e di supporto alle decisioni con i diversi livelli istituzionali.

Sport e Salute S.p.A. e ANCI, in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 10 novembre 2020, hanno predisposto un Piano d’azione e un Avviso pubblico per la messa a sistema, l’allestimento, il recupero, la fruizione e la gestione di attrezzature, servizi e attività sportive e motorie nei parchi urbani, in particolare per diffondere il Progetto Sport nei parchi, il cui obiettivo è realizzare nuove aree sportive attrezzate all’interno di parchi comunali pubblici o spiagge, attraverso la dotazione di strutture fisse per lo svolgimento all’aperto di attività sportiva a corpo libero. I Comuni interessati a questo interessante progetto sono tenuti a cofinanziare ogni realizzazione con un contributo pari al 50% e assegnare la gestione delle aree attrezzate, per un minimo di due annualità, ad Associazioni o Società Sportive Dilettantistiche operanti sul territorio affinché sia garantita la manutenzione. Gli obiettivi di Sport nei Parchi sono: promuovere nuovi modelli di pratica sportiva all’aperto, sia in autonomia, sia tramite le ASD/SSD del territorio, che siano facilmente replicabili a costi contenuti; promuovere l’utilizzo di aree verdi nei parchi pubblici per l’attività delle ASD/SSD, offrendo al tempo stesso un servizio gratuito alla comunità; promuovere sinergie di scopo tra i Comuni e le ASD/SSD che vadano oltre il periodo di emergenza, per l’utilizzo di aree verdi.

La Regione Emilia-Romagna promuove la qualificazione delle città, dei centri storici e dei quartieri, combattendo il degrado edilizio, urbanistico e sociale, con l’obiettivo di rigenerare i tessuti urbani consolidati. E per quanto attiene all’impiantistica sportiva, estende il Piano regionale per la riqualificazione stanziando altri 5,7 milioni di euro destinati ai Comuni per ristrutturare palestre, piscine, campi da gioco, spazi multifunzionali o la costruzione di nuove strutture, generando un investimento complessivo di oltre 100 milioni di euro. Rilancia inoltre l’investimento per consentire agli Enti locali di mettere mano ai propri spazi e strutture sportive, per renderli più sicuri e più funzionali alle esigenze di chi fa sport, a tutti i livelli, a partire da quello di base e dall’attività motoria in genere. «Mettiamo a disposizione nuovi fondi per garantire, a tutti, il diritto di svolgere attività motoria e sportiva, e ai Comuni – ha spiegato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna – diamo la possibilità di migliorare e innovare le proprie strutture. Abbiamo fatto dello sport una priorità: da quello di base agli eventi nazionali e internazionali, considerandolo strumento di valorizzazione del territorio e attrattività turistica, passando per i progetti nelle scuole e il sostegno alle associazioni e società sportive, in stretto collegamento con Federazioni e Coni. Estendiamo un Piano regionale che ci sta permettendo di avere sempre di più impianti belli, sicuri e funzionali, a disposizione dei giovani e delle comunità locali. Lo sport – ha concluso Bonaccini – non è solo agonismo, perché fare sport vuol dire riappropriarsi di una dimensione sociale alla quale abbiamo dovuto in gran parte rinunciare nel corso della pandemia».

La Fondazione SportCity, think tank indipendente, apartitico e no profit che promuove lo sport come veicolo di benessere, salute e qualità di vita nelle città e nel Paese, fornisce know-how e supporto per stimolare un cambiamento culturale nella visione dello sport italiano, attraverso pratiche di impatto e progetti sportivi in contesti urbani. Il Progetto Parchi Agos Green & Smart – realizzato da Agos in collaborazione con Brand For The City, WWF e Fondazione SportCity – è finalizzato alla promozione e diffusione di valori green e di prossimità tramite la riqualificazione di spazi urbani con la realizzazione di aree più verdi, accoglienti, inclusive e tecnologiche. Il primo parco è stato inaugurato a Milano (Largo Balestra) e prossimi sorgeranno a Lucca, Catania e Roma.

SportCity Day è invece l’evento cittadino che Fondazione SportCity organizza ogni anno per promuovere il benessere e stimolare l’attività fisica, dunque per diffondere felicità. Partendo dal presupposto che le città, con i loro spazi verdi e centri di aggregazione, svolgono un ruolo centrale nel processo di “sportivizzazione” del territorio, l’obiettivo è promuovere una rivoluzione dolce attenta alle città e al cittadino.

 

 

Nuove risorse finanziarie

Per affrontare il rallentamento delle economie europee causato dalla crisi pandemica, l'Unione Europea ha approntato, nel quadro del Next Generation EU, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility, sinteticamente RRF), nuovo strumento finanziario per supportare la ripresa negli stati membri la cui dotazione è pari a 723,8 miliardi di euro, 338 dei quali sotto forma di sovvenzioni e 385 di prestiti. L'Italia è il paese che ha ricevuto lo stanziamento maggiore, pari a 191,5 miliardi, 68,9 dei quali sotto forma di sovvenzione e 122,6 di prestiti. L'accesso alle risorse della RRF avviene sulla base del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR - Recovery and Resilience Plan) con cui ciascuno stato membro definisce un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026. Il Piano nazionale deve dettagliare i progetti, le misure e le riforme previste nelle aree d’intervento riconducibili a sei pilastri fondamentali, ovvero: digitalizzazione e innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Il PNRR italiano è strutturato su tali Missioni che, a loro volta, sono articolate in 16 Componenti concernenti 43 ambiti d’intervento. Nell’ambito del PNRR, la Missione 5, Componente 2, Investimento 3.1 (Sport e inclusione sociale) ha come obiettivo incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane. Concretamente, sono stati stanziati 700 milioni di euro sia per la realizzazione ex novo, sia per la rigenerazione di impianti esistenti. La Terza linea d’intervento riguarda anche la realizzazione di parchi e percorsi attrezzati all’aperto, dotati di nuove tecnologie per promuovere la pratica sportiva libera. Con una dotazione finanziaria superiore a 42 milioni di euro, viene fissato l’obiettivo di raggiungere una platea di potenziali beneficiari di oltre 2.000 comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti, situati nelle Regioni del Mezzogiorno e sprovvisti di playground pubblici. Sport e Salute è stata incaricata, lo scorso 13 marzo, di garantire il proprio supporto tecnico ai comuni che lo dovessero richiedere.

Diffondere il “farmaco” esercizio fisico

Obiettivo del progetto Movimento per la salute, che ANIF - Associazione Nazionale Impianti Sportivi e Fitness porta avanti dal 2011, è far sì che l’esercizio fisico e lo sport vengano prescritti dai medici di famiglia come strumento di prevenzione e cura di numerose patologie, considerandolo un farmaco in ragione dei suoi straordinari effetti preventivi e curativi, come dimostrato da un’infinità di studi scientifici. Questo progetto, che nel 2011 venne testato con success, e con il sostegno del Ministero della Salute, tramite una sperimentazione svoltasi nella Regione Emilia-Romagna dalla quale scaturì un protocollo che venne poi adottato anche dalle regioni Veneto, Lombardia e Piemonte. Recentemente ha suscitato l’interesse del ministro della Salute Orazio Schillaci che considera la diffusione di uno stile di vita fisicamente attivo una priorità per la salute della popolazione e per la riduzione della spesa pubblica per i servizi sanitari. Ora potrebbero esserci le condizioni per rilanciare questo progetto e ANIF si propone come partner del Ministero della Salute con un piano molto chiaro: «L'idea – spiega Giampaolo Duregon, presidente ANIF – è che i 45.000 medici di famiglia attivi su tutto il territorio nazionale prescrivano il farmaco esercizio fisico, da svolgere in centri sportivi certificati la cui professionalità e qualità siano garanzia di sicurezza per gli utenti, a partire da trainer qualificati e laureati allo IULM. È fondamentale – ha puntualizzato Duregon – che i medici di famiglia prescrivano il farmaco esercizio fisico nei centri sportivi di tutta Italia. L'avvertimento del medico funge spesso da scossa decisiva per modificare i comportamenti. Lo si è visto con il fumo e la speranza è che lo stesso avvenga con lo sport e l’esercizio fisico».

La Giornata Nazionale del Movimento per la Salute, istituita quest’anno dal Comune di Roma su proposta del Polo della Salute, verrà celebrata il 21 marzo di ogni anno per promuovere uno stile di vita sano e attivo e far sì che fitness club, centri sportivi e piscine vengano riconosciuti come Centri per la Salute e ottengano incentivi e detrazioni che ne agevolino la frequenza. In collaborazione con associazioni, strutture sportive, sanitarie e istituti scolastici, saranno organizzati eventi in tutta Italia, tra i quali open day e workshop divulgativi per coinvolgere il maggior numero possibile di persone e diffondere la cultura del movimento.

Pillole di Movimento, la campagna di sensibilizzazione ideata e promossa dalla UISP, è giunta alla sua 12° edizione e il suo obiettivo è sempre lo stesso: promuovere l’attività fisica come medicina naturale per combattere la sedentarietà, uno dei principali fattori di rischio per la salute. Insieme all’Azienda USL, alle farmacie e alle istituzioni, UISP mette a disposizione suggerimenti per la salute e proposte per svolgere gratuitamente un mese di attività presso società sportive, palestre e piscine che hanno aderito al progetto. Dal 15 febbraio scorso, le Farmacie dei gruppi Lloyds Farmacia e Federfarma di Bologna e Provincia hanno distribuito più di 15.000 scatole di Pillole di Movimento 2023 e l’iniziativa ha interessato anche altre città italiane. MOVEment Pills è invece la campagna lanciata da ISCA (International Sport and Culture Association) per stimolare le persone “mettersi in moto” con attività alla portata di tutti. Ispirata al progetto Pillole di Movimento della UISP, si basa sull’idea di far percepire l’attività fisica come uno strumento funzionale al benessere e alla cura della persona, alla stregua di un farmaco da banco.

Nuove chance per il nostro settore

I professionisti dell’esercizio fisico, i fitness club e i centri sportivi, così come le aziende del comparto, hanno dunque davanti a sé una grande opportunità per allargare significativamente la base di clientela/utenza attingendo dall’enorme bacino d’utenza potenziale composta dalla gigantesca fetta di popolazione sedentaria, oggi più che mai consapevole dell’importanza assoluta della salute e del suo legame a doppio filo con uno stile di vita fisicamente attivo. Gli operatori del settore possono ambire a giocare un ruolo da protagonisti in questo nuovo scenario e affermarsi come i veri specialisti dell’esercizio fisico, nelle sue varie forme e in primo luogo come strumento di salute, dunque sinergico con il settore medicale/sanitario. Gli operatori del settore sono inoltre nella posizione giusta per essere i promotori, e i facilitatori, del corretto stile di vita, basato sull’esercizio fisico svolto sia indoor, sia outdoor. E possono inoltre essere gli interlocutori privilegiati delle istituzioni pubbliche e delle amministrazioni locali per cooperare su vari fronti, anche su quello della guerra senza quartiere contro sedentarietà e i malsani stili di vita che, come abbiamo visto, interessa la rigenerazione urbana orientata all’inclusione, la riqualificazione e allo sviluppo degli spazi outdoor dedicati all’attività fisica e sportiva. I professionisti dell’esercizio fisico sono dunque i candidati più accreditati a svolgere un importante ruolo culturale e sociale avviando giovani, adulti, anziani e diversamente abili all’esercizio fisico trasformandolo in una sana abitudine di lunga durata. I club possono diventare veri e propri templi della motivazione ad assumere e mantenere un sano stile di vita che, una volta superare le inevitabili difficoltà insite nel cambiamento comportamentale, produce benessere profondo e felicità.

 

Outdoor Training

 

Outdoor, aprirsi a nuove opportunità

Oggi molti club e professionisti dell’esercizio fisico propongono attività in spazi e aree outdoor, continuando a fare ciò che avevamo iniziato a fare durante la pandemia. Il fenomeno outdoor, nelle sue molteplici forme, dimensioni e sfaccettature, è cresciuto significativamente negli ultimi anni e ha davanti a sé grandi margini di sviluppo. Le attività svolte all'aria aperta sono sempre più popolari, anche come occasione di socialità e d’incontro, e attraggono un pubblico ampio e variegato, accomunato dalla volontà di tenersi in forma in un contesto “diverso dal solito”, possibilmente a contatto con la natura. Lo conferma anche l’edizione 2023 dell’annuale sondaggio con il quale l'American College of Sports Medicine – tra le massime autorità, a livello internazionale, nell’ambito del fitness, in special modo in riferimento al suo legame con la salute – stila la classifica dei principali trend mondiali del fitness, nella quale le attività outdoor occupano il sesto posto. Questo fenomeno offre al nostro settore un’ulteriore possibilità per conquistare nuovi clienti e, al tempo stesso, diversificare e “aprire” la propria offerta. E per di più, diversi studi hanno dimostrato scientificamente i benefici delle attività svolte all’aperto sul piano cognitivo, ovvero dell’abbassamento dei livelli di stress e del contestuale miglioramento delle capacità di concentrazione e memoria.

Le attività en plein air possono dunque essere un modo per intercettare nuovi target, tra i quali figurano, ad esempio, i neofiti e i sedentari cronici “spaventati” dalle palestre e le persone che prediligono le attività motorie svolte all’aperto. E i club che ne sono provvisti possono utilizzare i propri spazi esterni anche per organizzar eventi tramite i quali stabilire il contatto con altri “mondi” che costituiscono importanti bacini di potenziali clienti, come quelli aziendale, scolastico e sanitario, solo per citarne alcuni.

Al 24° ForumClub, che si si terrà il 6 e 7 ottobre nel centro congressi di UnaHotels Bologna San Lazzaro, verrà presentato un progetto inedito, promosso da Il Nuovo Club, volto a diffondere una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale dell’attività fisica e dei professionisti che ne hanno “cura” e, al tempo stesso, mettere a fuoco soluzioni per cogliere le opportunità di una congiuntura particolarmente favorevole per chi opera nel campo della salute e del benessere.

Questo articolo è pubblicato anche nel n. 195 della rivista Il Nuovo Club.

 

 

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