Partendo dal presupposto che la salute e l’istruzione
Una via di mezzo tra tennis e padel, giocato su un campo da badminton, in singolo e in doppio, al chiuso o all’aperto. In una parola pickleball, la “nuova” disciplina che sta spopolando negli Stati Uniti, dove sono già stati realizzati numerosi campi e centri dedicati, con le emittenti televisive nazionali che trasmettono le partite in duretta. Oltreoceano sono già 68 milioni i praticanti, nella stragrande maggioranza dei casi appartenenti alla Generazione Z, ovvero bambini e ventenni nati tra il 1997 e il 2015. Sono già 37 i paesi appartenenti alla International Pickleball Federation e l’obiettivo è raggiungere i 70 paesi affinché il pickleball diventi disciplina olimpica (ci sono tutti i presupposti affinché ciò avvenga in breve tempo).
Questa disciplina in grande ascesa è nata più di mezzo secolo fa. Fu inventata nel 1965 da Joel Pritchard, membro del Congresso statunitense, insieme all’amico Bill Bell per tenere impegnati i bambini in vacanza evitando che si annoiassero. Vince chi raggiunge il punteggio massimo – che può essere 11, 15 o 21 punti – e per il rimbalzo della palla (che pesa più di 20 grammi) vale la stessa regola del tennis: può ribalzare una sola volta sul campo prima di essere colpita. La battuta viene effettuata sulla linea di fondo ed è simile a quella del padel, mentre la racchetta, di forma rettangolare, è più piccola e piatta.