Più sani e più longevi praticando sport e fitness

Nuotatore
Autore: 
Redazione
Martedì, Dicembre 6, 2016
Osservando un campione composto da più di 80.000 adulti, uno studio internazionale durato 15 anni ha sfornato nuove prove scientifiche degli straordinari benefici per la salute dello sport, del fitness e, più in general, dell’attività motoria

Fare sport, e più in generale svolgere attività fisica ed esercizio fisico, fa bene alla salute, come dimostrato da un’infinità di studi scientifici. Ma esistono discipline che comportano benefici maggiori rispetto ad altre? Secondo uno studio pluriennale coordinato dalla Sydney Medical School, e pubblicato dal British Journal of Sports Medicine, la risposta a questa domanda è affermativa.

Sul podio delle attività più efficaci nell’allungare l’aspettativa di vita dei praticanti figurano il tennis che si è aggiudicato la medaglia d’oro. Secondo i ricercatori, ridurrebbe il rischio di mortalità del 47%, seguito dal nuoto (38%), dall’aerobica e dalla danza (27%), e dal ciclismo (15%).

Lo studio, condotto tra il 1994 e il 2008 da un’équipe internazionale coordinata dal professor Pekka Oja dello Ukk Institute di Tampere, in Finlandia, ha osservato un campione composto da 80.306 adulti di entrambi i sessi, tutti originarie della Scozia e dell’Inghilterra e con un’età media di 52 anni. Questa approfondita indagine ha consentito di indagare, in modo approfondito, la relazione tra la pratica sportiva e la salute.

«Molto del materiale scientifico disponibile oggi – ha detto il professor Oja in un’intervista rilasciata alla CNN – si riferisce a studi sugli effetti dello sport a breve termine. I benefici per la salute dall’attività fisica sono molteplici e noti, dunque l’obiettivo della nostra indagine era capire, e quantificare, l’impatto delle differenti tipologie di sport ed esercizio fisico sulla riduzione del rischio di mortalità».

Durante il periodo di osservazione, il 45% degli 80.306 partecipanti allo studio praticava un’attività motoria in linea con gli standard raccomandati dall’Orgnizzazione Mondiale della Sanità, ossia almeno 150 minuti alla settimana. Tali soggetti hanno costantemente comunicato ai ricercatori il tempo dedicato all’attività fisica (compresi i lavori domestici più faticosi), il livello di sforzo profuso negli allenamenti e la tipologia di sport praticata, ovvero, in ordine di popolarità, nuoto, ciclismo, aerobica, ginnastica, danza, jogging, calcio, rugby, tennis, badminton e squash.

Nel periodo oggetto del monitoraggio, 8.790 partecipanti su 80.306 sono deceduti per varie cause (1.909 per infarto).

Nel 2008, conclusa la fase di raccolta dati, i ricercatori guidati da Oja hanno tirato le somme, confrontando il tasso di mortalità tra i partecipanti attivi e quello tra i sedentari del gruppo di controllo. È emerso, ancora una volta, che l’esercizio fisico è davvero benefico per la salute. I partecipanti che svolgevano regolarmente attività motoria, a prescindere dalla tipologia, hanno ridotto il loro rischio di mortalità del 28%. Coloro che si cimentavano nelle discipline da racchetta, ossia tennis, badminton e squash, hanno mostrato un’aspettativa di vita più elevata del 47% rispetto agli altri, nonché una riduzione del rischio di sviluppare patologie cardiache inferiore del 59%. I nuotatori hanno fatto registrare un incremento delle probabilità di mantenere il cuore sano pari al 41% e un’aspettativa di vita media superiore del 28%. Sul terzo gradino del podio gli appassionati di aerobica che hanno fatto registrare un abbassamento del rischio di contrarre malattie cardiache pari al 50%, e un’aspettativa di vita media superiore del 27%.

 

 

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