A tu per tu con Fabio Inka, ideatore di Impacto Training

Fabio Inka
Autore: 
Redazione
Mercoledì, Febbraio 14, 2018
Esperto di esercizio fisico e nutrizione e celebrità social, Fabio Inka tiene in forma, 365 giorni all’anno nei parchi di Roma, migliaia di persone che svolgono "Impacto Training", il suo metodo d'allenamento breve ed efficace. In questa approfondita intervista di Edoardo Cognonato si racconta a 360 gradi.

Esperto di esercizio fisico e nutrizione e celebrità social, nonché relatore di spicco dell’edizione 2018 del congresso internazionale ForumClub. Al secolo Fabio Inka (nella foto sotto insieme a Giovanni Malagò), fondatore di Impacto Training che, in tutti i parchi di Roma, 365 giorni all’anno, allena migliaia di persone, tra le quali atleti di alto livello e noti personaggi dello spettacolo, il secondo.

Edoardo Cognonato, ex atleta di nuoto e triathlon specializzato in psicologia relazionale e counseling, storico relatore del ForumClub e collaboratore della rivista Il Nuovo Club, ha intervistato Inka per svelare qualche segreto di una star del web, il cui canale YouTube ha superato quota 3 milioni di iscritti. «Ho incontrato tanti professionisti del wellness in questi 40 anni di esperienza maturata sul campo – racconta Edoardo Cognonato –, tra i quali figurano imprenditori, trainer, divulgatori, innovatori e visionari. Fabio mi ha stupito per la sua 'umiltà coraggiosa’ nel fondere tutte queste attitudini nel suo modo di essere prima che di fare. Vedo in lui un giovane intraprendente, dotato di grande talento e umanità, che può ispirare molti di noi a dare il meglio di sé. Il suo sogno è anche il mio: motivare più persone possibile ad innamorarsi del movimento, gioioso ed efficace. Ho trovato in lui un testimone  sincero, pieno di grinta e gentile, di quella fede che mi anima da sempre: In Move We Trust!».

Di seguito vi proponiamo la lunga e stimolante intervista, ricca di spunti su cui riflettere.

 

Fabio Inka e Giovanni Malagò

 

Fabio, ci siamo conosciuti una decina d’anni fa a Roma, durante un training fornativo svolto in un club nel quale lavoravi come preparatore atletico dei giovani tennisti.  Se non ricordo male, un paio d’anni fa ti ho rivisto per caso in televisione,  come conduttore di Impacto training su un canale SKY mentre facevo Spinning! Ti ho quindi rintracciato perché mi ha stupito il tuo programma, anche se confesso che all’inizio non ti avevo riconosciuto in TV. Ci racconti un po’ la tua storia e come è nata questa avventura? So che sei stato anche atleta…

«In effetti Impacto Training è un piccolo grande sogno che coltivo da tempo e che sta diventando realtà, consolidandosi soprattutto nelle ultime stagioni a livello nazionale. Ma quando ho iniziato, una decina d'anni fa, le cose erano molto diverse. Posso dire di essere stato uno dei primi in Italia ad applicare il metodo HIIT nel fitness, e sicuramente il primo, e tutt’ora l’unico, a offrire ai miei allievi, nella mia città, un’alternativa alle palestre tradizionali, con una media di 5 lezioni al giorno, rigorosamente all’aria aperta anche in inverno. Tutto questo è scaturito un poco alla volta, fondendo la mia passione sportiva di atleta professionista (atletica leggera), con le competenze dei miei studi universitari (comunicazione e scienze motorie) e le numerose certificazioni conseguite in questi anni. È frutto anche delle mie esperienze come coach di atleti di alto livello, personal trainer e, in seguito, come fitness manager negli Stati Uniti. Ora sto conseguendo la mia terza certificazione universitaria in Scienze della Nutrizione». 

 

Dunque tutto nasce dalla passione…

«Esatto, ciò che mi ha spinto a inventare questo format è soprattutto l’amore per lo sport e per la natura. Sono stati mia madre e mio padre, che ora lavora al mio fianco nelle lezioni nei parchi e nei luoghi storici di Roma, a trasmettermi questa passione. Passione che ha dato vita a Impacto Training».

 

Aiutami a capire meglio l’essenza di Impacto Training.

«Impacto non esisteva, o meglio, è sempre stato il mio modo di concepire il fitness, ma i primi tempi non aveva ancora assunto una struttura specifica e codificata. A posteriori, mi rendo conto quanto sia importante essere consapevoli del punto da cui si è partiti: è questo che mi ha consentito di perfezionare progressivamente questo format e, soprattutto, di continuare a evolverlo. Mi rendo conto che la storia di Impacto è anche la mia storia personale».

 

In che modo?

«Sono stato atleta, ho corso per l’Aeronautica Militare e la mia specialità erano i 400 metri. Sono sempre stato appassionato nello scoprire e capire il perché delle cose che facevo. Nel 1999, appena diciottenne, ero già istruttore di nuoto, nel 2001 di atletica leggera. Ho insegnato queste discipline per oltre cinque anni, coniugandole all’attività di atleta e alla carriera universitaria. Nel 2005 ho discusso la mia prima tesi di laurea in Scienze della Comunicazione, intotolata "La maratona come fenomeno mediatico e sociologico". Nel 2007, dopo aver completato l’iter di formazione del CONI conseguendo il master di terzo livello FIPE come personal trainer, ho iniziato a lavorare in una palestra romana, nella quale ci siamo conosciuti anni fa. All’epoca ero responsabile della preparazione atletica della scuola tennis e di una squadra di calcio, e tenevo una lezione di fitness basata sui miei studi sull'allenamento funzionale, che in quegli anni era praticamente sconosciuto in Italia».

 

E com’è andata?

«I miei allievi più affezionati ricorderanno che disponevo di una sala piuttosto grande, ma per gli allenamenti facevo uscire tutti nel campetto da calcio antistante. I partecipanti a questa “strana” lezione crescevano in maniera esponenziale e mi resi conto che molti, come me,  amavano fare attività fisica all’aperto, con qualsiasi condizione climatica. Dopo qualche mese facevo fatica a riportarli in sala, anche quando pioveva o faceva davvero freddo!».

 

Quindi è stata una sorta di “intuizione" dettata dal tuo istinto, o sbaglio?

«Proprio così! Un po' alla volta è cresciuta dentro di me l’idea d'inventare una proposta d'allenamento alternativa ai protocolli esistenti. Così, dal lunedì al venerdì svolgevo la mia attività in palestra e quella di preparatore atletico, mentre nel weekend proponevo la mia lezione in un parco vicino a casa, lo stesso in cui mia madre e mio padre mi portavano a giocare quando ero bambino e dove era nato il mio amore per lo sport. Questa lezione non aveva ancora un nome, si chiamava semplicemente “Ci vediamo al parco sabato e domenica alle 11"».

 

 

Impacto Training

 

Ebbe subito successo?

«All’inizio fu molto faticoso creare un gruppo assiduo. Ricordo molte lezioni con 2 o 3 partecipanti, tanti giorni sotto la pioggia e tanti altri con nessuno all’orizzonte e io lì ad aspettare… ma dopo tanta perseveranza, nel 2009 mi resi conto che gli allievi stabili erano più di 10 a ogni lezione. Sembrava proprio che la mia visione cominciasse a concretizzarsi, anche se rimaneva pur sempre un’attività in più, parallela al mio lavoro settimanale».

 

Com'è avvenuto il passaggio all’attuale format Impacto?

«Nel 2011, come ogni anno durante il periodo estivo, decisi di andare all’estero per approfondire la mia formazione ed esplorare nuove opportunità. Nei due anni precedenti avevo studiato e lavorato come trainer a Miami, dove mi appassionai alla pratica dell’allenamento calistenico, ma quell’anno decisi per il Messico. A Città del Messico, dopo aver superato una selezione con 3 colloqui e una prova sul campo, venni assunto come istruttore nella prima palestra al mondo della cantante Madonna. La mia formazione e l’esperienza consolidata nel functional training mi valsero presto il primo posto nei ranking dei club nazionali e la conseguente promozione al ruolo di fitness manager: dopo sole 6 settimane dal mio arrivo!».

 

Un bel traguardo!

«Per me è stata una vera e propria folgorazione. La società che mi aveva assunto era una delle più prestigiose multinazionali del fitness, e ben presto mi prospettò la possibilità di una carriera internazionale. Stavo già discutendo il mio trasferimento a Los Angeles quando all’improvviso mi vidi costretto a cambiare tutti i miei progetti. Mio padre mi chiamò e mi disse: “Fabio, i dottori dicono che mamma sta morendo”. Mia madre, Rosy, era già malata da 2 anni, ma al momento della mia partenza la situazione sembrava destinata a migliorare e risolversi. Purtroppo non fu così. Tornai immediatamente in Italia. Scelsi di dedicare più tempo a mia madre e non ripresi le attività nelle palestre. Decisi allora di impegnare tutte le mie energie su quelle lezioni all’aperto che organizzavo da solo nei weekend: volevo realizzare la mia personale visione del fitness e del benessere e dedicare il resto del tempo alla mia famiglia. È in quel momento è nato ufficialmente Impacto Training, ovvero il brand, il sito e la pagina Facebook».

 

E come sei riuscito a trasformarlo in un brand e in un’ esperienza così avvincente?

«Di fatto il numero delle lezioni aumentava progressivamente e pian piano anche quello dei partecipanti, sia nel weekend, sia durante la settimana. Ma la prima esperienza esaltante fu nel 2012, quando la soddisfazione arrivò con il mio primo evento di gruppo nel quale radunai tutti i miei allievi. Erano solo poche decine, ma a me sembrava un numero enorme e la mia gratificazione era alle stelle. Mia madre era lì a guardarmi. Purtroppo, però, fu l’ultima volta che riuscì a vedere una mia lezione. La morte di mamma è stato un duro colpo per tutti in famiglia, ma soprattutto per mio padre Giovanni. Era lui che la accompagnava a fare le cure, era lui che aveva quasi abbandonato il lavoro per starle vicino. Il modo migliore per aiutarlo a riempire quel vuoto in cui si stava lasciando risucchiare mi sembrò creare un progetto a cui potessimo lavorare insieme. In quel periodo avevo iniziato a studiare e ad applicare un altro metodo di allenamento anch’esso molto poco conosciuto in Italia, l’HIIT, ovvero l'High Intensity Interval Training. Così dissi a mio padre: “Voglio creare un protocollo di 8 settimane, fare dei video tutorial e metterli in un libro. Solo 20 minuti! Devi aiutarmi a capire se c’è qualcosa da migliorare, se si riesce a seguire la lezione… quindi ti dovresti allenare con me tutti i giorni con questo protocollo, in modo da riuscire a misurare i risultati”».

 

Come mai eri convinto di poter coinvolgere attivamente proprio tuo padre?

«Quando ero piccolo, mio padre era l’allenatore della squadra di calcio nella quale giocavamo anch'io e mio fratello e lo sport è sempre stato il filo conduttore tra noi tre, quindi non fu difficile coinvolgerlo. Dopo 2 mesi venne a trovarmi a casa, lo guardai e dissi: “Papà, puoi alzarti la maglietta?”. Era completamente cambiato fisicamente. Nonostante i suoi 64 anni di allora, aveva un fisico perfetto, con tanto di addominali scolpiti! Ma soprattutto aveva un bel sorriso grande che non gli vedevo da un bel po’. Fu quello il momento in cui capii di voler condividere un simile risultato con il maggior numero di persone possibile! Fu così che prendemmo la decisione di cominciare a lavorare insieme sul campo. Mio padre era appena andato in pensione e io cominciavo ad avere moltissime lezioni e centinaia di allievi. Avevo bisogno di un altro istruttore e chi meglio di lui poteva ricoprire questo ruolo? Anche se non allenava da un po’, era comunque un preparatore di livello europeo (FIGC e FIDAL). Da quel momento la crescita di Impacto Training è stata esponenziale».

 

Che cosa ha contribuito a consolidare questa crescita progressiva?

«In quel periodo decisi anche di approfondire la mia conoscenza degli aspetti mentali della prestazione sportiva, argomento che mi ha sempre affascinato. Nel 2015 ottenni così la certificazione come Life e Sport Coach professionista. Nello stesso anno, ho discusso la mia seconda tesi di laurea intitolata Fitness: Circuit Training ad alta intensità, il caso Impacto Training”. Proprio durante la discussione della tesi il presidente e tutta la commissione apprezzarono particolarmente il mio lavoro e mi proposero di inserire Impacto nella proposta formativa dell’Università, cosa che mi ha reso particolarmente orgoglioso e gratificato. Questi riconoscimenti pubblici e testimonianze di stima sicuramente hanno ulteriormente rafforzato la mia convinzione di essere sulla strada giusta, spingendomi a perseverare con grinta e passione».

 

Qual è, in estrema sintesi, l’essenza di Impacto Trainig?

«Ritengo che nel fitness salgano spesso alla ribalta protocolli che sembrano nuovi, ma in realtà esistono da parecchio tempo. Qualche esempio? Il Pilates, sviluppato nei primi del ‘900, l’allenamento funzionale che è, nella sua espressione metodologica, la variante di un sistema di allenamento molto noto: il Circuit Training, inventato da due professori di ginnastica inglesi nel 1956. E lo stesso vale per il Tabata Training, che rientra nella categoria Interval Training (IT) e la sua nascita risale al 1996. Nulla di male in tutto ciò: l’importante è ricordarsi che i principi fisiologici, e anatomici, non si possono inventare. Ci tengo a sottolineare che non ho inventato un nuovo metodo di allenamento: Impacto Training è basato su principi scientifici studiati e documentati da anni, che ho avuto modo di approfondire nella mia seconda tesi di laurea. Mi riferisco all’Interval Training ad Alta Intensità, spesso chiamato semplicemente HIIT, i cui primi studi risalgono al 1984».

 

Cosa propone, dunque,  Impacto Training?

«Impacto Training è un programma d'allenamento ad alta intensità che accelera il metabolismo e consente di consumare grassi e calorie anche nelle 48 ore successive alla sessione. Migliora forza ed efficienza muscolare senza “gonfiare” i muscoli; aumenta coordinazione, equilibrio e flessibilità. Ti permette di perdere fino a 1 chilo di grasso corporeo a settimana senza intaccare la massa muscolare. È un eccellente sostituto dell’attività aerobica tradizionale per incrementare la resistenza cardiovascolare.

È rapido ed efficace: lo puoi fare dove vuoi, quando vuoi. Non hai bisogno di alcun attrezzo, né di molto spazio: bastano pochi metri quadrati. Ogni singolo allenamento dura solo 20 minuti ed è completamente a corpo libero. I risultati sono evidenti già in 8 settimane, allenandoti 5 volte a settimana per 20 minuti. Questo programma di allenamento si può adattare a differenti livelli di forma fisica, purché non vi siano patologie in corso. Non hai bisogno di essere già allenato per iniziare».

 

Quali risultati sei riuscito ad ottenere divulgando questo programma?

«Sul piano numerico, ad oggi la pagina Facebook di Impacto Training ha più di 62mila iscritti, mentre il canale YouTube FabioInka Impactotraining quasi 37mila. Nel 2017, a Roma, le presenze sono state in tutto 20.164, con una media di 11 persone a lezione. Le lezioni di Napoli e Milano invece, sempre nel 2017, hanno contato circa 450 presenze. Inoltre, il primo corso di formazione per Istruttori certificati Impacto Training, partito nel 2017, è stato seguito da più di 50 trainer provenienti da palestre o società sportive di Milano, Bologna e Firenze. Ritengo che costituiscano un grande risultato anche i piccoli progressi o miglioramenti che i miei allievi mi confidano quotidianamente, di cui non sempre è possibile raccontare, ma che ci sono e sono spesso evidenti. Il risultato degli altri è anche il mio risultato. Dopo tutti questi anni, ho ricevuto tante gratificazioni, dai contatti con aziende che non avrei mai pensato potessero avvicinarsi a me, a collaborazioni con tante riviste e docenze prestigiose. Il risultato che più mi gratifica è l'entusiasmo delle persone e la credibilità che ho conquistato anche nei confronti del mondo accademico».

 

Impacto Training

 

Quali accorgimenti e strategie hai scoperto che sono le più efficaci?

«Da quando ho iniziato il lavoro di trainer, ho seguito un unico accorgimento, se così lo vogliamo chiamare: non dare nulla per scontato e, soprattutto, guardare sempre avanti, curando ovviamente il presente. Più che strategie, ho messo in campo un elemento spesso usato e citato, ma forse in maniera errata: la passione. Nel mio primo libro, parlo molto della passione e di come utilizzarla. Usare correttamente la passione ci spinge oltre e ci aiuta a realizzare ciò che pensavamo impossibile». 

Sono curioso… qual è l’esperienza più importante maturata sviluppando questo progetto? 

«Che non bisogna mai fermarsi o smettere di imparare e conoscere, sono il nutrimento per il nostro motore. In tutti questi anni, ho dedicato moltissimo tempo ad ascoltare i miei allievi cercando di dare delle risposte che armonizzassero le loro richieste e ed esigenze alla mia proposta. Non sempre è stato facile, ma la ricerca continua, ogni giorno, a ogni lezione».  

 

Quali opportunità intravedi basandoti sull’esperienza che hai maturato in questi anni?

«Oggi il mio grande desiderio è poter diffondere quanto più possibile Impacto Training in Italia e non solo. Mi piacerebbe insegnare a quanti più trainer possibile il metodo Impacto e aiutarli a motivare le persone ad allenarsi anche all'aria aperta, a entrare a far parte di una comunità che cresce grazie all'entusiasmo e alla passione di chi crede che i limiti si possano superare e che allenarsi in maniera diverte ed efficace sia possibile».  

 

Ci sono nuovi stimoli, sinergie, alleanze che stai valutando? 

«Certamente, come dicevo prima l’unica vera strategia da impiegare è cercare continuamente sinergie e alleanze con tutti coloro che, a vario titolo e in varie forme, si occupano della cura e del benessere delle persone e hanno la stessa mission di Inpacto: migliorare la vita delle persone a cui ci si rivolge».

 

Che cosa ti ispira e ti aiuta a mantenerti motivato in questo tuo progetto?  

«Cerco costantemente ispirazione. Per me ogni cosa che faccio è fonte di ispirazione, compresi i miei errori. Scelgo con cura le persone che frequento, i film che guardo, i viaggi che intraprendo. Leggo ogni giorno, per almeno 15 minuti, un libro che mi  ispiri. Curo molto sia la mia crescita personale sia il mio allenamento, ogni giorno: questo progetto è la mia vita. Più cresco come persona, più cresce il mio progetto e questo mi dà estrema motivazione. Corpo, anima e mente sono uniti indissolubilmente, bisogna amare e curare ognuno di loro. Io, diciamo, sono uno specialista del primo».

 

So che il tuo libro "Impacto Training" ha ricevuto un importante riconoscimento pubblico…

«Sì, vincere il primo premio nella sezione tecnica del 51° concorso letterario del CONI è stata una grande soddisfazione.  Ho ricevuto il premo da Giovanni Malagò e insieme a me è stato premiato nientedimeno che Gianni Minà. Una gratificazione importante per questo lavoro letterario che mi ha impegnato per quasi due anni».

 

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