Muoversi per non invecchiare

Muoversi per non invecchiare big
Una recente ricerca sui topi collega l'attività fisica ai processi anti-invecchiamento

Che l’attività fisica svolta con regolarità abbia un’infinità di effetti positivi è scientificamente dimostrato, lo sanno ormai tutti e gli studi condotti in materia continuano a produrre nuove prove.

Il Dottor Mark Tarnopolsky, docente di pediatria presso la McMaster University di Hamilton, in Canada, è rimasto sbigottito dall’ultima scoperta del suo team di ricercatori: l’attività motoria regolare previene in certi topi l’ingrigimento prematuro del pelo. Ma la pelliccia lucente è il meno significativo dei benefici prodotti dall’esercizio fisico su questi roditori.

L’esperimento diretto dal Dottor Tarnopolsky ha utilizzato topi da laboratorio caratterizzati da una mutazione genetica che influenza il modo in cui il loro organismo ripara i mitocondri mal funzionanti. I mitocondri, dotati di DNA autonomo, combinano l’ossigeno con i nutrienti per creare “carburante” per le cellule, fungendo da microscopici generatori di energia. Inoltre si moltiplicano autonomamente.

Ma in questo processo possono accumulare piccole mutazioni genetiche che, in circostanze normali sono corrette da appositi sistemi riparatori presenti all’interno della cellula. Con il passare del tempo, mentre il nostro organismo invecchia, il numero di mutazioni incomincia a essere eccessivo rispetto alla capacità del sistema di effettuare riparazioni e i mitocondri incominciano a funzionare male e a morire.

Molti scienziati considerano la perdita di mitocondri efficienti una causa importante del processo d’invecchiamento dei mammiferi in quanto sono responsabili del nutrimento della cellula. Invecchiando, infatti, i nostri muscoli e il nostro cervello perdono volume, i nostri capelli cadono o perdono la loro pigmentazione.

I topi utilizzati per lo studio dall’équipe guidata dal Dottor Tarnopolsky mostravano carenze del meccanismo di riparazione primaria dei mitocondri, quindi presentavano malfunzionamenti degli stessi in età prematura, anche ad appena 3 mesi di vita, equivalenti ai 20 anni di un essere umano.

All’età di 8 mesi (60 anni per un essere umano) erano molto deboli e decrepiti, presentando una diminuzione della massa muscolare e del cervello, un ingrossamento del cuore, gonadi rattrappite e pelo ingrigito. Inoltre, faticavano a muoversi al’interno delle loro gabbie e sono morti tutti prima di compiere un anno.

Ma tutto questo non è accaduto ai topi che hanno svolto regolarmente attività fisica. La metà del campione osservato appartenente al gruppo sottoposto al “programma d’allenamento” poteva correre nell’apposita ruota per 45 minuti al giorno, tre volte alla settimana, a cominciare dall’età di 3 mesi.

Inoltre, questi roditori venivano stimolati affinché mantenessero un ritmo sostenuto, svolgendo di fatto un esercizio paragonabile, in termini umani, a 55 minuti di jogging coprendo una distanza di circa 10 chilometri. I topi che hanno rispettato questo programma a 8 mesi di età mostravano un pelo scuro e lucente in modo uniforme, la medesima massa muscolare e cerebrale, gonadi e cuore in condizioni assolutamente normali.

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