Cristiano Ronaldo, noto anche per il suo stile di vita incentrato sull’efficienza fi
L’attività fisica è un ingrediente fondamentale per la salute e il benessere del corpo e della mente. Non è detto, però, che non possa contribuire attivamente anche alla salvaguardia del Pianeta. L’idea è venuta per primo a Erik Ahlström, un Instagram user svedese che ha lanciato sul web, nel 2016, il Plogging. Neologismo nato dall’unione di due espressioni, plocka upp, termine svedese che significa raccogliere, e jogging, cioè correre, questa disciplina sportiva assolutamente ‘green’ consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si corre, con tanto di sacchetto dell’immondizia pieno a mo’ di trofeo al termine del percorso.
Un’idea vincente ben presto divenuta popolare, tanto che la sua iniziativa è approdata alla United Nations Environment Programme e i canali social di Erik oggi sono seguitissimi e ricchi di testimonianze su come la pratica del plogging è già subentrata un po’ in tutto il mondo. Un vero e proprio movimento, con un’anima ambientalista e sociale e un occhio di riguardo all’attività fisica, importante per la salute del singolo quanto per il benessere della collettività: secondo i calcoli fatti dall’app Lifesum, con mezz’ora di plogging si possono bruciare ben 288 calorie, contro le 235 bruciate solo correndo.
Di città in città, anche in Italia le iniziative dedicate al plogging non mancano: da Bologna a Firenze, dal Salento al Bergamasco, sono tantissime le città che hanno dato vita al proprio evento, ripulendo parchi, piazze e strade cittadine. Numerosi, poi, i gruppi sui social – da Facebook a Instagram - nati per riunire e tenere informati gli appassionati di questa disciplina ambientalista. Uno sport da provare, insomma, che fa bene a noi e fa bene all’ambiente. Quale altro incentivo serve, dunque, per abbandonare il divano?
Guarda il video di Erik Ahlström