Sicurezza in piscina: la parola all’esperto

Assistente bagnanti con cartello SOS
Autore: 
A cura della Redazione
Martedì, Giugno 20, 2023
Come ridurre il rischio di annegamento in piscina? Una domanda che richiede risposte approfondite e chiare, in special modo durante la bella stagione durante la quale i rischi aumentano. Per affrontare un argomento così importante e delicato abbiamo interpellato Massimo Gaiani, Tecnico della Prevenzione, aderente all’Associazione Tecnico Scientifica UNPISI.

La bella stagione è finalmente arrivata, così come la voglia di divertirsi e rilassarsi in piscina. Purtroppo, però, aumenta anche il rischio di incidenti che, come la cronaca spesso riporta, possono essere fatali per annegamento. Bisogna dunque mantenere alto il livello di allerta e, soprattutto, mettere in atto tutte le operazioni di sicurezza e prevenzione necessarie.

La sicurezza va progettata, ma chi sono gli attori della sicurezza? Come va gestita? Come si attua la prevenzione? Quali sono le regole di convivenza da richiedere agli utenti della piscina e chi ha il ruolo di farle rispettare? Le risposte a queste domande sono tutt’altro che scontate.

Per fare luce su questi aspetti delicati e fondamentali, abbiamo interpellato Massimo Gaiani, Tecnico della Prevenzione, aderente all’Associazione Tecnico Scientifica UNPISI, già in forza all’UOC Igiene Pubblica dell’AUSL di Imola, nonché addetto ai controlli esterni di piscina e insegnante di nuoto nella vita privata. Mettendo a disposizione la propria esperienza, Gaiani ha fornito un’ampia panoramica di operazioni e comportamenti da attuare per produrre quelli che ha definito “anticorpi organizzativi della sicurezza bagnanti”, necessari a garantire un’esperienza di balneazione sicura per tutti.

Il primo passo è partire dal monitoraggio dei “near miss”, ovvero dei “quasi infortuni”. Come ha spiegato Gaiani, questi eventi, che avrebbero potuto causare un infortunio, ma che solo per puro caso non l’hanno causato, «statisticamente si verificano decine o centinaia di volte prima che possano manifestarsi con un evento infortunistico. Dunque, se acquisiamo la capacità di coglierli, registrarli e analizzarli, diventa facile riuscire a prevenire ciò che poteva esserci sfuggito nella valutazione di rischio preliminare, quindi sarà possibile, in modo molto concreto, anticipare i guai, a volte molto seri. Pensiamola in questo modo: se abbiamo questa “fortuna”, ovvero se ci rendiamo conto che poteva accadere un annegamento e non è successo, affrontiamo seriamente l’accadimento e, attraverso un’analisi e una ricostruzione del fatto, cerchiamo di capire il perché e proviamo a prevenire un ulteriore episodio, magari avvalendoci di una procedura scritta, condivisa e aggiornata periodicamente dal responsabile dell’impianto con il personale coinvolto».

Va inoltre ricordato che la prevenzione degli incidenti parte dall’accoglienza dei clienti all’interno della struttura. «Chi accoglie la clientela alla reception di un albergo o di una piscina – spiega Gaiani – può iniziare a fare prevenzione informando il cliente dei rischi e delle precauzioni per evitarli: se ad esempio entrano genitori con bambini piccoli, si possono fornire informazioni specifiche, regalare una lezione omaggio con un istruttore qualificato e, sicuramente, raccomandarsi di mantenere alta la vigilanza a bordo vasca del proprio figlio. Inoltre, possono essere utilizzati idonei presidi per i bambini, come braccioli o cuffie colorate, che faranno distinguere i bagnanti in base anche alle loro capacità natatorie dichiarate direttamente alla reception. L’assistente bagnanti, poi, attraverso il walkie-talkie può essere avvisato in tempo reale dell’ingresso nella struttura di un gruppo di adolescenti, dandogli così la possibilità di esercitare una prevenzione efficace contattandoli, avvisandoli delle regole (niente tuffi, urla, spinte ecc.), facendo così percepire ai ragazzi fin da subito il controllo».

Massimo Gaiani ha inoltre affrontato in modo dettagliato la questione relativa alle figure che si occupano della sicurezza dei bagnanti, ovvero gli assistenti bagnanti e la loro responsabilità in relazione ad altri aspetti della prevenzione del rischio annegamenti, quali l’allontanamento dalla piscina per svolgere altre attività, i casi in cui la sua presenza non è obbligatoria, il comportamento da attuare in presenza di ospiti anziani o di persone che hanno evidentemente fatto uso/abuso di alcool, così come di casi più estremi che coinvolgono gruppi di utenti dai comportamenti invasivi e molesti.

 

La versione integrale dell’intervista è pubblicata sul numero 202 di Piscine Oggi, acquistabile in edicola e nello shop online di Editrice Il Campo.

 

 

 

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