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I lavoratori di alcune aziende svedesi sono obbligati a svolgere esercizio fisico durante le ore di lavoro per essere più produttivi. Ogni venerdì, i dipendenti del quartier generale dell'azienda di abbigliamento sportivo Bjorn Borg, che ha sede a Stoccolma, svolgono la seduta d'allenamento settimanale presso un vicino fitness club. E non possono esimersi da questo impegno, reso obbligatorio, da circa due anni, da Henrik Bunge (nella foto sotto), amministratore delegato dell'azienda fondata dalla leggenda del tennis svedese. «Chi non vuole allenarsi abbracciando la cultura aziendale - ha detto il quarantaquattrenne Bunge dal fisico atletico - deve andarsene, ma finora nessuno lo ha fatto».
Il principale obiettivo di questa politica aziendale, adottata anche da altre aziende svedesi tra le quali figurano Kalmar Vatten (trattamento acqua pubblica) e Rotpartner (consulenza nel settore edilizio), è l'incremento della produttività e della redditività, nonché la diffusione dello spirito di squadra tra i lavoratori.
Uno studio condotto nel 2014 dall'Università di Stoccolma ha evidenziato che l'esercizio fisico svolto nel corso della giornata lavorativa è vantaggioso sia per i dipendenti - che risultano più sani e più concentrati - sia per i datori di lavoro. L'indagine ha rivelato che tale pratica riduce del 22% le assenze dal lavoro per malattia, un dato non trascurabile in un Paese come la Svezia, in cui i lavoratori restano a casa per motivi di salute una porzione di tempo corrispondente al 4% delle ore lavorative previste nell'arco dell'anno, il doppio rispetto alla media europea.
