Un futuro più sportivo per gli italiani

Un futuro più sportivo per gli italiani big
Un recente studio condotto dal Censis ha fotografato le abitudini degli italiani in relazione allo sport e all'attività fisica. Il quadro emerso presenta diversi indicatori positivi sui quali far leva per combattere la diffusa sedentarietà "mettere in moto" il Paese, a avantaggio di tutti

I risultati della ricerca recentemente condotta dal Censis e intitolata “Sport, medicina e società italiana” sono stati presentati nel corso del trentaquattresimo Congresso nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana, svoltosi a Catania dal 23 al 26 ottobre scorsi, svelando dati molto interessanti circa le abitudini degli italiani in relazione allo sport e all’attività fisica.

Dallo studio si è venuti a sapere che il 60% degli italiani pratica sport o esercizio fisico e che solo il 45% di questa fetta di popolazione attiva fa riferimento a un esperto, ovvero un medico, un allenatore o un professionista dell’esercizio fisico. Dunque più della metà delle persone che nel nostro Paese svolgono un’attività sportiva lo fa spontaneamente e autonomamente, senza il parere e l’assistenza di un esperto in materia.
All’interno della grande fetta di popolazione sedentaria (60% del totale), composta da individui che non svolgono alcuna attività motoria, solo il 21% non avrebbe alcuna voglia, e intenzione, di “mettersi in moto”, mentre il 47% non ha escluso la possibilità di modificare il proprio stile di vita diventando più attivo.

Il dato forse più interessante è riconducibile al fatto che il 30% dei sedentari comincerebbe a svolgere attività fisica se un esperto gli fornisse indicazioni e consigli adeguati.
«Chi svolge attività fisica – ha detto Giuseppe De Rita, Presidente del Censis – non solo si prende cura del proprio corpo, ma impara anche a fare i conti con ciò che realmente è, al di là di quello che vorrebbe essere. Il sedentario, al contrario, trascurare il proprio organismo senza nemmeno conoscerlo. La sedentarietà – ha concluso – è realmente la malattia del secolo, la patologia dell'individuo che, chiuso nel suo soggettivismo, per non affrontare i propri limiti finisce per non conoscere nemmeno le proprie potenzialità».

Dall'analisi delle motivazioni che spingono gli italiani a modificare il proprio stile di vita per dedicarsi a una qualsiasi attività sportiva/motoria è emerso che siamo sempre più informati sul rapporto tra prevenzione ed esercizio fisico, soprattutto grazie ai media, in special modo programmi televisivi specialistici e internet. Questa interessante analisi ha inoltre rivelato che il medico è la figura più convincente nell’indurci a “metterci in moto”. Infatti, il 35% delle persone che ritengono di aver assunto uno stile di vita più salutare a scopo preventivo ha seguito i consigli del proprio medico di base, contro l’11% che si è lasciato influenzare, positivamente, da campagne informative o da indicazioni diffuse dai media.

Un altro dato che consente di guardare al futuro con ottimismo è riconducibile al fatto che a causa della crisi solo il 22% degli italiani ha rinunciato alla palestra, alla piscina o ad altre attività legate al fitness e allo sport, contro il 45% che ha rinunciato al ristorante. Per chiudere, un ulteriore dato molto positivo: l'88% dei genitori fa regolarmente svolgere sport ai propri figli, avviandoli a una vira fisicamente attiva.
   
Per approfondire si legga il resoconto completo pubblicato nel sito web del Censis

http://www.sportindustry.com/site/Home/SportFitness/News/articolo1007985...

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