Il British Journal of Sports Medicine ha recentemente pubblicato i risultati emersi da una ricerca condotta all’Università di Camberra che ha classificato le discipline maggiormente benefiche per la salute mentale degli u

FIT Treadmill Score è il nome che i ricercatori della Johns Hopkins University hanno assegnato al nuovo test, semplicissimo, ideato per calcolare il rischio di decesso, causato da un evento cardiaco nei prossimi dieci anni. Il soggetto monitorato viene fatto camminare sul tappeto incrementando gradualmente pendenza e velocità, potendone così valutare lo stato di forma fisica attraverso il valore massimo raggiunto dalla sua frequenza cardiaca. I dati raccolti consentono di individuare, in modo preciso, i soggetti maggiormente in pericolo e, di conseguenza, intervenire tempestivamente con un'attività preventiva mirata e incisiva.
Tutto è partito dai risultati dei test cardiaci da sforzo condotti su 58mila adulti tra il 1991 e il 2009 per valutare sintomi quali dolori al torace, mancanza di fiato e capogiri, nonché dal monitoraggio dei decessi avvenuti all'interno del campione osservato negli anni successivi. I ricercatori statunitensi hanno quindi creato la formula che consente di calcolare il rischio di mortalità valutando i dati raccolti sul tapis-roulant. «Tutti sappiamo che essere in buona forma fisica allunga la vita -ha detto il cardiologo Haitham Ahmed, coordinatore dello studio-, ma abbiamo voluto quantificare la probabilità di mortalità in base all'età, al sesso e al grado di forma fisica partendo da indicatori molto semplici. Con la nostra formula non servono altri test cardiologici, basta quello da sforzo. Inoltre, sappiamo che le malattie cardiovascolari non sono "tutto o nulla", bensì si presentano con uno spettro di condizioni molto variegate: anche uno stress-test apparentemente normale può dare indizi sul reale stato di forma di cuore e polmoni, utili per una migliore prevenzione. Il FIT test -ha concluso il dottor Ahmed- sembra in grado di intercettare bene questa "complessità" del rischio cardiovascolare, non necessitando di considerare altri dati quali pressione e frequenza cardiaca o fattori di rischio ulteriori come il diabete e la familiarità».
I club potrebbero dunque collaborare con i medici anche per lo svolgimento di questo semplice test, fornendo un servizio molto utile e, al tempo stesso, in grado di legare ulteriormente il settore alla tutela della salute, con tutti vantaggi che ne conseguono.
